Quando José Mourinho si mette a bastonare in casa propria, di solito c'è più tattica che ferocia. È un modulo, uno schema. Lo ha sempre fatto. Parafulmine e saetta allo stesso tempo, il portoghese ha preso la lunga rincorsa verso il derby direttamente dal centro storico di Praga. "Partita orribile, si è salvato solo il ragazzo Bove". "Forse qualcuno non ha la mia stessa professionalità". "I nostri difensori sembravano i loro attaccanti". "In tanti non hanno avuto il giusto approccio per una partita seria". Come riportato da La Repubblica, il sentimento è quello da penultimi giorni dell'impero, è evidente che Mou sta avviandosi lungo i suoi definitivi mesi romani. Già a maggio metteva le mani avanti: "La nostra rosa è limitata, ma sarò con i ragazzi fino alla fine della stagione". Deprezzandoli, forse a volte disprezzandoli. Non è raro che le ferite europee siano motivo di sfogo, a volte di svolta. Dopo il tracollo contro il Bodo (1-6), il portoghese disse: "Nella Roma c'è molta differenza tra titolari e riserve", poi ne fece fuori cinque. Quando "José Mo' Frigno" si lamenta, è quasi sempre un'arma di distrazione di massa. Il rumore dei nemici è assai inferiore a quello che produce lui, maestro di incantamenti e baruffe, provocatore da palcoscenico, "provocatore" nato. Non si contano le vittime tra i giocatori che ha allenato, cominciando dal portiere Vitor Baia che al Porto era una leggenda e Mou polverizzò. Colpirne uno per educarne undici (più le riserve) ha funzionato al Chelsea (Joe Cole, Ricardo Carvalho), all'Inter (Balotelli, troppo facile), al Real Madrid (Casillas, Sergio Ramos, Pepe), e tra i feriti dall'acido urticante di Mourinho figurano pure un giovanissimo De Bruyne, Shaw, Hazard, Lukaku, Cristiano Ronaldo, Eto'o. José è un distruttore, non solo un detrattore, ma non si lascia guidare solo dall'istinto: c'è del calcolo in ogni sua parola. Mourinho pensa quando e quanto la cosa gli possa giovare. Non è così sciocco da sacrificare un proprio giocatore o un pezzo di spogliatoio per poi ritrovarsi nudo e solo: gli interessa la reazione, è così che il carisma si autoalimenta. Molto tempo prima che il portoghese arrivasse a Roma, già si diceva "buttarla in caciara", lo facevano imperatori e consoli. Sarà per questo che Mourinho è un classico.
Forzaroma.info
I migliori video scelti dal nostro canale
rassegna stampa roma
La strategia della tensione: Mou demolisce la Roma per ricostruirla in tre giorni
Lo Special One dopo Praga si è lasciato andare all'ultimo sfogo contro la sua squadra. Ma non si lascia guidare solo dall'istinto: c'è del calcolo in ogni sua parola
Se vuoi approfondire tutte le tematiche sul mondo Roma senza perdere alcun aggiornamento, rimani collegato con Forzaroma per scoprire tutte le news di giornata sui giallorossi in campionato e in Europa.
© RIPRODUZIONE RISERVATA