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La serie A che fa follie per sfidare la Juve

Gianni Mura intervista il campionato che sta per cominciare. Con la solita grande favorita, che non risentirà delle partenze di Pirlo e Tevez, e la solita rivale degli ultimi anni, la Roma che deve sfidare anche il suo ambiente impossibile

Redazione

Siamo i lettori, buongiorno. Pronto con la palla di lardo?

"Prontissimo. Potrei già darvi le percentuali-scudetto, ma prima ho una proposta che può interessarvi".

Sentiamo.

"Per questa volta, posso fare io le domande a voi, avere le vostre percentuali?".

Ci sta proponendo uno scambio di ruolo?

"Esatto".

Proposta respinta. Non sarebbe una cosa seria. Come le è venuta in mente quest'idea?

"Per me questo potrebbe essere il campionato di Marte, troppe cose mi sfuggono, una su tutte: il criterio di valutazione dei calciatori. Una volta si cercava di comprare quelli che avevano fatto una bellissima stagione, adesso c'è il fascino del flop".

Qualche nome, forza.

"Jovetic, Cassano, senza trascurare Lavezzi, Lamela e Melo, di cui si parla ancora. Se il campionato mi pare di Marte, la Samp sta su Saturno. Nemmeno gli autori di Crozza avrebbero immaginato che Ferrero puntasse su Cassano, pingue Peter Pan per gli amatori, noto sfasciaspogliatoi per gli altri. Se i soldi di Ferrero sono di Garrone, come si dice in giro, chissà com'è contento Garrone di rivedere Pietrone Panone a Bogliasco. Non bastasse, ecco che si fa di tutto per avere Balotelli. Al posto di Zenga, comincerei a pensare che la torre di Babele era ordinata come la Svizzera, al confronto ".

Con tutto il rispetto, non è che la Samp stia in cima ai nostri pensieri. Ci dica della fascia alta, ci illumini.

"Mi chiedete di essere fanale e sembrerò banale, ma siamo sempre lì, Juve-Roma, Roma-Juve. Differente la quotazione delle milanesi".

Abbiamo qui la lettura dell'anno scorso: Juve e Roma 35, Inter 10, in ordine alfabetico Fiorentina, Lazio, Milan e Napoli 5. Oggi che ci racconta, cos'ha letto? E da dove viene questa palla di lardo?

"E' una storia lunga".

Veda di riassumerla, si sbrighi, il tempo è denaro.

"Denaro, appunto. Mi sono accorto dei colpi di coda del mercato, delle alte cifre che circolavano, e avevo pensato di adeguarmi, ho puntato in alto. Lardo di pata negra, una palla da cinque chili. Se avete mai comprato il jamòn de bellota, quello vero, saprete che costa parecchio. Come i nostri club, ho detto che avrei finito di pagare fra quattro anni. A questo punto è saltato tutto. Mi hanno detto che il mercato di carne di porco ha le sue regole ed è diverso dal mercato di carne di calciatore. Mi sono sentito come il Barcellona a Bilbao, ho provato a rilanciare aggiungendo due chili di cotechini ma non interessavano alla controparte. Ho rimediato in extremis con un anonimo lardo di ipermercato. Quindi: Juve 31, Roma 26, Milan 19, Napoli 9, in ordine alfabetico Fiorentina, Inter e Lazio 5".

Spiegazioni, please. Lei ha l'aria un po' assente.

"Forse ho festeggiato troppo la notizia che Twitter sta crollando. Ma resto presente e puntualizzo: qualità del lardo a parte, da qui al 31 agosto possono esserci imprevisti colpi di mercato, spesso più colpi di sole (da leggere alla romana, grazie) che di genio o di fortuna. Che so, la Juve compra uno stopper da collezione, forse l'unico pezzo che le manca alla luce dei frequenti infortuni di Barzagli e Chiellini. In prospettiva, Rugani è fortissimo ma deve fare un po' d'esperienza a questi livelli. Gli voglio dire una cosa: non dia retta a quelli che arricciano il naso per quelle sue 38 partite senza un cartellino giallo, fantascienza per uno stopper, tanto più nell'Empoli. Rugani pensi a Scirea: quelli davvero bravi non hanno bisogno di essere cattivi".

Non crede che le partenze di Pirlo, Tevez e Vidal abbiano indebolito la Juve?

"No. Credo sia stato un errore dare il 10 a Pogba, perché non lo è, ma non è un errore lasciar partire chi chiede di partire, come Tevez e Pirlo. Quanto a Vidal, guerriero finché volete, ma troppo istintivo e casinista. Un affare venderlo, un affare tenere Pogba. Attenzione a non sacrificare troppo Dybala: arriva all'università non dalle medie, ma da un brillante liceo. Con Mandzukic e Dzeko, le prime della classe tornano a puntare sull'ariete. Che Garcia non ha mai voluto, mentre Allegri ce l'aveva (Llorente) ma preferiva la manovra bassa e aggirante".

Manca il trequartista, dicono.

"Sì e no, io darei fiducia a Pereyra".

Che ci racconta della Roma?

"Ha comprato molto e bene, ma penso che i due migliori acquisti saranno Castan e Strootman, una volta ristabiliti. L'anno scorso Garcia mi ha deluso un po'. Non tanto, un po'. Quest'anno ha molta abbondanza sulle corsie alte, il che non guasta, ma poca scelta dietro. Mi sa che Florenzi dovrà fare gli straordinari. E' comunque una Roma più forte di un anno fa. Direi che nella Roma ci sono molte versioni di Roma".

Ma lei non la mette alla pari della Juve: non è una contraddizione?

"Forse. Ma non posso ignorare che contro la Roma gioca una parte di suoi tifosi, quelli che si credono i migliori, quelli battezzati fucking idiots da Pallotta, mentre intorno alla Juve la situazione è più calma. Penso alle scritte sui muri vicino alla casa di Romagnoli, bruttissimo episodio. Ma, sempre su Romagnoli, non ho capito la Roma. Va bene fare cassa, ma il difensore buono ce l'aveva in casa. Io gli avrei fatto un quinquennale perché nella Roma continuasse la linea dei romani, da Conti a Giannini, da Totti a De Rossi. Ciò detto, 25 milioni e passa per un ragazzo che ha fatto un buon campionato nella Samp mi sembrano tanti".

Tanti o troppi?

"Direi anche troppi, ma allora come definire i 35 che ha sganciato il Real per Kovacic? Troppissimi me lo passereste?".

Giammai. Ma cosa pensa di Kovacic?

"In due anni non sbocciato. Bocciato. Né carne né pesce. Forse Florentino Perez è vegano. Anzi, deve esserlo, se penso ai 100 milioni per Bale. In uscita, la cessione di Kovacic a quella cifra è da premio Nobel per l'economia".

E in entrata?

"Dico Bacca. Mi ricorda un po' Tevez. Sa partire da fuori e anche dai lati, è meno cattivo e più altruista. Al Milan ci sono ancora troppe mezzepunte, ma un progetto di squadra tosta si vede, non più il budino tremolante cucinato da Inzaghi, sempre a pedalare a ritroso. Non che potesse fare molto di meglio con quello che gli passava il convento".

Lo giudica da scudetto?

"La palla di lardo, non io, lo giudica terza forza. Si può sempre sperare. O fallacem hominum spem fragilemque fortunam, come diceva Cicerone, che non aveva neanche il patentino di seconda ".

Vale a dire?

"Vale a dire, e lo dicono tutti gli allenatori, che il calcio è fatto di episodi e i risultati da una mescola che non contempla solo il costo, la fama e la supposta bravura dei calciatori. In teoria, tornando alle prime due, la Juve dovrebbe puntare di più alla Champions e la Roma allo scudetto, ma in pratica non sarà così. Certo è che le distanze sono diminuite e questo fa immaginare un campionato molto più fitto di polemiche. Ho letto che gli arbitri saranno molto più severi con le proteste. Sono anni che lo leggo. Ci crederò quando questa severità, che poi è solo rispetto del regolamento, sarà applicata su vasta scala. A giudicare dalle botte che si sono scambiate i soliti bulli da trasferta, anche prima di partite amichevoli, loro sono già pronti. Non come l'Inter, che secondo Mancini vedremo al meglio dopo 5 o 6 gare di campionato".

E a lei pare normale?

"No, ma vi ho detto all'inizio che non capisco troppe cose. Capisco che Mancini debba sdrammatizzare un precampionato in cui su 11 partite l'Inter ne ha vinte 3 e perse 6, nonostante Thohir gli abbia cambiato mezza squadra, e un quarto, sempre su indicazioni di Mancini, a gennaio. Vedi Shaqiri e Santon, già altrove o in freezer. Quello che mi stupisce, in Mancini e altri suoi colleghi, è la mancanza di comunicazione. Gioco anch'io? No, tu no. E perché? Perché no. L'Inter ha comprato molti buoni giocatori, anche se su Montoya già affiora qualche dubbio. Ma presentarla con Kovacic, quando c'era, ed Hernanes esterni di centrocampo è autolesionismo, non sperimentazione. Quando ci sarà la squadra, l'Inter avrà il suo peso. Al momento, è un cantiere".

E il Napoli?

"Eccoci. Il ritorno di Reina tranquillizza, la permanenza di Albiol meno. Molti tifosi, abituati ai grossi nomi, non capiscono innesti (tre) che arrivano da Empoli. Secondo me ha avuto coraggio la società nella scelta di Sarri e ne ha avuto Sarri nell'accettare. Non so quanto il terreno di Napoli sia propizio alle sue idee, né quanto la vicinanza tra due elementi infiammabili come presidente e tecnico possa evitare ustioni. E' ben vero che uno tutto campo e casa come Ottavio Bianchi a Napoli ha portato lo scudetto, ma aveva Maradona, un'altra squadra e più esperienza. A me Sarri è quasi simpatico, cosa che non posso dire di molti suoi colleghi, ma la regìa di Valdifiori avrà un senso se Hamsik, Mertens, Higuain si muoveranno come Croce, Pucciarelli e Maccarone, cioè correndo molto senza palla. Bella scommessa, comunque. Da seguire con attenzione, come il lavoro di Paulo Sousa a Firenze. Non mi convince la difesa, ma il resto c'è. Quanto alla Lazio, la sua stagione dipende dal ritorno col Bayer. Lotito ha resistito finora alla tentazione di vendere i pezzi più richiesti e si è assicurato qualche giovane interessante, scelta mai criticabile. L'1-0 contro una squadra più in condizione è un buon risultato, ma in Germania non sarà una passeggiata. E i grossi nomi in entrata li vedremo solo se la Lazio andrà in Champions".

Altrove, c'è qualcosa che la convince?

"Il mercato del Torino. S'è portato a casa giocatori da Toro. Uno in particolare, Belotti, che mi ricorda il primo Bobo Vieri. Una piccola speranza infine su Berardi: dei giovani italiani, è quello con più talento. Inutile unirsi al coro di chi gli raccomanda di cambiare testa. Deve arrivarci da solo, con la sua testa".