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rassegna stampa roma

La Roma stacca la spina a Tor di Valle: “Era insostenibile”. Raggi spiazzata

Dopo il Cda è arrivata la comunicazione formale della società. Ora si punta ad un nuovo progetto, green e vicino alla gente

Redazione

Alla fine di un Consiglio d’amministrazione fiume è arrivata la sentenza, scrivono Francesca Ferrazza e Matteo Pinci su La Repubblica.

Che decreta la morte, a 2980 giorni dalla sua nascita, dello stadio della Roma a Tor di Valle. Dan Friedkin, l’uomo che ad agosto aveva rilevato la Roma dalle mani di Pallotta, ha detto basta. Stroncando un progetto che ha attraversato tre sindaci, un commissario, almeno due inchieste giudiziarie e svariate conferenze dei servizi. Non è un addio allo stadio della Roma, è un addio a quello stadio.

I Friedkin, insieme all’uomo delle istituzioni Scalera, incontrerà venerdì la sindaca Raggi e il suo staff, probabilmente in Campidoglio, per gettare le basi da cui ripartire. La Roma non ha, almeno ufficialmente, ancora identificato nuove aree. Ma ha fissato i criteri dell’impianto in cui giocherà (forse) la Roma del futuro.

Dan Friedkin – oggi il suo primo compleanno da presidente romanista – vuole regalarsi uno stadio e solo uno stadio, senza uffici né costi di urbanizzazione: sarà green, sostenibile economicamente, soprattutto non sarà in un’area periferica ma vicino alle esigenze dei tifosi. Una scelta perfettamente in linea con quella dei Friedkin, che hanno scelto il cuore della città per vivere: il centro storico per il 30enne Ryan, i Parioli, in una abitazione riservatissima, per il padre Dan. L’idea è individuare un’area già servita sia su gomma che su ferro, dentro la città. Perché l’obiettivo è costruire uno stadio in due anni, il tempo che secondo la proprietà americana della Roma sarebbe servito ancora per portare a compimento il progetto di Tor di Valle.