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La Roma instabile. Tre gare per cambiare, anche Monchi rischia

LaPresse

Se a fine stagione non arriverà il 4° posto, tutti dovranno rendere conto a Pallotta e tutti saranno a rischio

Redazione

Mentre la Roma conquista il mondo dei social e ha iniziato ad attrarre sponsorizzazioni, la sua vita sportiva - ossia il core business dell’azienda - affonda nell’instabilità. Nel summit di Boston si è deciso che le prossime tre partite, Juventus, Sassuolo e Parma, decideranno se da gennaio ci sarà ancora Eusebio Di Francesco in panchina. Dopo il 29, una nuova riunione valuterà se i risultati saranno stati sufficienti a continuare insieme, complice la sosta di 21 giorni (coppa Italia esclusa): una vittoria soltanto non basterà a salvarlo, anche se nessuno si augura di sostituirlo. Anche perché l’unica alternativa è Paulo Sousa, scrive Pinci su La Repubblica.

Sotto osservazione anche alcuni giocatori. Magari pure per questo De Rossi ha deciso di esporsi in favore dei giovani, quasi a creare una campana intorno ai vari Zaniolo, Ünder, Kluivert "e Schick, che è proprio forte ma risente del momento della squadra". Proprio De Rossi forse per la prima volta pensa all’addio a fine stagione, quando scadrà un contratto che tutti a Trigoria rinnoverebbero ora.

Gennaio è imminente e chi non avrà convinto potrebbe partire subito. Niente rivoluzioni però, lo dimostra il fatto che la Roma aveva votato contro la proroga del mercato fino al 31 gennaio. Insomma: non riteneva di avere bisogno di un mese per operare. Pallotta avallerà un acquisto: un centrocampista in prestito. Ma se a fine stagione non arriverà il 4° posto, tutti dovranno rendere conto e tutti saranno a rischio: persino il ds Monchi.