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La Repubblica

La Roma conferma Juric ma De Rossi è in allerta

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Una clamorosa decisione da parte della proprietà sembra difficile ma non impossibile
Redazione

Come finiscono certi amori? A volte non fanno giri immensi, a volte tornano, a volte ci si riflette, scrive Silvia Scotti su La Repubblica. Sembrava una rottura, somiglia a una pausa di riflessione. De Rossi e la Roma non si sono lasciati, si sono allontanati. Uno pensa ancora all'altro, come gli amori che non finiscono. Ritrovarsi non è impossibile, basta il primo passo. Il periodo della Roma è questo: confusione, poche certezze, decisioni schizofreniche, addii improvvisi. Si salvi chi può. De Rossi e il suo amore incondizionato per la sua squadra sono lì, e il telefono è acceso. Tornerebbe, ci ha riflettuto, ma non subito. Chi lo farebbe, senza un "ti prego", per favore, se è stato cacciato da casa? E soprattutto, facciamola facile: ci sono Inter e Fiorentina, avversarie complicatc. Ma la Roma ci pensa, seriamente.

Juric è tranquillo: la società lo ha confermato, gli ha parlato, non ti preoccupare, resti fino a fine stagione. È stata dettata la linea: l'allenatore non è in discussione, è a Roma da meno di un mese (18 set tembre), ha fatto 7 punti su 9, resta lui insomma. Questa è la versione diffusa a tutti, compreso Juric. Ma dietro le parole ci sono i cattivi pensieri e a una lunga lista di se: se i calciatori sono ancora con De Rossi, se dirigenti che prendono decisioni non ci sono più, se tutto è affidato all'estro dei proprietari che hanno lasciato un oceano tra loro e la squadra, se la squadra in questo mese scarso ha rimediato una figuraccia in Svezia in Europa League con una squadra tecnicamente imbarazzante, se ha salvato la faccia con il Venezia con una prestazione poco convincente, se dopo la gara contro il Monza si parla di arbitri e non di gol, se si rischia- no altre figuracce contro avversa- rie in forma. Con i se si può scrivere una poesia, se sei Kipling, se sei la Roma non fai classifica e non vai avanti in Europa.