Si stappi lo spumante. Gasp è diretto, senza trucchetti dialettici, ai confini dell'antipatia epidermica, scrive Piero Torri su La Repubblica. Il rischio che Roma e le sue lusinghe lo cambiassero, sembra scongiurato. Pronti, via e dopo la conferenza stampa di presentazione da vissero tutti felici e contenti, non si è fatto nessuno scrupolo nel manifestare con chiarezza la sua preoccupazione per un mercato che ha definito in ritardo visto che tra un mese ci sarà la prima di campionato. Nessuna sorpresa. Soprattutto a Bergamo dove negli anni dell'Atalanta protagonista in Europa, si erano abituati alla spietata franchezza di un allenatore che ha trasformato la storia di una squadra da salvezza a protagonista, pure vincente, internazionale. Gasp è Gasp pure sotto il Cupolone. Serviva un allenatore che non facesse sconti, che esigesse quello che gli serve per ripetere lo straordinario lavoro fatto all'Atalanta. E allora, cara Roma, ti ho chiesto delle cose, il via ufficiale della stagione è sempre più vicino, c'è bisogno che mantieni quella disponibilità a fare che mi è stata garantita dalla proprietà. Non ci sono scorciatoie, c'è bisogno di fare tanto, pur nella consapevolezza che non si potrà fare tutto considerando anche i paletti del fair play che comunque limitano investimenti e sogni, ma c'è la necessità che quel progetto triennale che abbiamo deciso di percorrere insieme cominci a prendere forma da subito.
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La Repubblica
La forza di Gasperini è l’antipatia
Non ci sono scorciatoie, c'è bisogno di fare tanto, pur nella consapevolezza che non si potrà fare tutto considerando anche i paletti del fair play
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