Una giornata, forse due, per capire il da farsi. Rintanandosi nel silenzio più assoluto. Aspettando il suo Torino, la squadra che ha allenato per tre anni. Sempre con un occhio al cellulare: perché le acque restano agitate. I Friedkin per ora non si muovono, scrive Marco Juric su La Repubblica. Non parlano con nessuno. Né con Juric, né con il ds Ghisolfi. Niente esonero, niente rivoluzione. Ma attesa. Perché quello che doveva essere un lunedì di divorzi, si è trasformato nel più strano dei day after. Il silenzio dopo i cinque gol (e l'umiliazione) incassata a Firenze. Ivan Juric resta l'allenatore giallorosso, ma deve vincere. La fiducia del club è a tempo. Il clima che si respira a Roma resta pesante. Tutti a Trigoria conoscono le modalità di gestione della proprietà americana. Si è già vista con i precedenti allenatori. L'eventuale ribaltone ha i suoi tempi. Insomma, l'esonero di Juric resta un tema caldissimo per i Friedkin e fino a giovedì tutto ancora puó succedere. Per ora resta un lunedì surreale. Per tutto il giorno si è parlato di Maurizio Sarri, di Roberto Mancini e ovviamente di un ritorno in panchina di Daniele De Rossi. Nell'attesa di quel comunicato di licenziamento che alla fine non c'è stato.
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La Repubblica
Juric, la giornata più lunga. Fiducia a tempo dai Friedkin
Per tutto il giorno si è parlato di Maurizio Sarri, di Roberto Mancini e ovviamente di un ritorno in panchina di Daniele De Rossi
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