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Juan: “Roma-Real? Loro fortissimi, ma batterli si può. Totti e De Rossi fanno ancora la differenza”

"Non bisogna arrendersi: nei 180 minuti la Roma può qualificarsi. L’importante è capitalizzare la partita dell’Olimpico, per andare a Madrid con un vantaggio in tasca, anche piccolo, da difendere. Come facemmo noi nel 2008"

Redazione

Quel giorno di otto anni fa era in campo, a Madrid, quando la Roma superò 2-1 il Real, eliminandolo. Oggi Juan Silveira dos Santos, ex difensore romanista, è tornato in Brasile, ma la nuova sfida tra Roma e Real proverà a vederla in tv, tifando per i giallorossi. Matteo Pinci di "Repubblica" ha intervistato l'ex romanista, queste le sue parole:

Juan, pensa che la Roma abbia una possibilità di ripetere la vostra impresa e battere il Real?

«Sarà una sfida difficile, loro sono fortissimi, pieni di campioni, hanno Cristiano Ronaldo. Ma non bisogna arrendersi: nei 180 minuti la Roma può qualificarsi. L’importante è capitalizzare la partita dell’Olimpico, per andare a Madrid con un vantaggio in tasca, anche piccolo, da difendere. Come facemmo noi nel 2008».

Riusciste a vincere 2-1 sia in casa che a Madrid. A quale elemento deve aggrapparsi la squadra giallorossa per replicare quel risultato?

«A Spalletti. Può essere lui il segreto: un grande allenatore e anche un grande gestore di uomini. Con i calciatori che ha a disposizione sono sicuro che riuscirà a costruire una squadra capace di tenere testa al Real Madrid. Sono stato molto contento di sapere del suo ritorno alla Roma».

Che effetto le fa rivedere, tutti insieme, l’allenatore, Totti e De Rossi dopo tutti questi anni?

«Francesco e Daniele sono persone fantastiche, sono contento per loro. Sono la storia della Roma e fanno ancora la differenza».

All’Olimpico torneranno anche i tifosi che sono mancati a lungo: pensa che possano essere un elemento significativo nella ricerca della partita perfetta?

«Ho saputo che hanno scelto di allontanarsi e ne sono dispiaciuto, la squadra inevitabilmente accusa in senso negativo l’assenza. Se tornassero sono convinto che anche in campo si sentirebbe, sanno sostenerti nei momenti di difficoltà e una forma di motivazione quando fatichi a ritrovare energie mentali. Di tifosi così non ce ne sono tanti al mondo».