Un campanile altissimo senza pretese, Abraham che ne allunga la traiettoria, creando dal nulla un’autostrada che prima non c’era sulle mappe, un corridoio solitario verso l’area avversaria: il primo controllo è perfetto, il secondo decisamente meno, ma ormai la porta è lì, a portata di Joya, scrive Andrea Di Carlo su La Repubblica.
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Joya all’Olimpico, Dybala fa 100: doppietta da sogno
Protegge, guarda, mira ed esplode il sinistro. L’Olimpico trattiene il respiro, accompagnando prima la corsa e poi il pallone che bacia la rete. Poi il boato. Ecco la “Dybala mask” sul prato dell’Olimpico, sotto Curva Nord ma in grado di far impazzire tutto l’impianto giallorosso. La prima Joya, il primo diamante incastonato, il momento tanto atteso.
Il battesimo del gol che aveva cercato, sfiorato a Salerno e voluto a tutti i costi. Nemmeno 15 minuti dopo e si concede il bis. Una corsa perdifiato per accompagnare l’allungo di Abraham e farsi trovare puntuale all’appuntamento con la storia: il destro dell’inglese non è vincente, Di Gregorio si allunga, la tocca ma la rimette in gioco, per la Joya si trasforma in uno di quegli inviti che non si può di certo declinare. La rete si gonfia, le mani tornano sul viso a far impazzire i tifosi. Non è solo la prima doppietta in giallorosso, ma anche la tanto attesa quota 100 reti siglate in Serie A (nessuna di testa).
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