È un tifoso della Roma, ma all’Olimpico va solo occasionalmente. Anzi: andava. Andrea Dell’Aquila da due giorni è il primo tifoso escluso a vita da uno stadio di calcio ed è stato intervistato da Matteo Pinci su "La Repubblica". Questo uno stralcio delle sue parole:
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Il tifoso daspato a vita per gli insulti razzisti: “Ora vorrei abbracciare Juan Jesus”
Andrea Dell'Aquila intervistato: "Chiedo scusa e accetto anche il farmi passare da capro espiatorio, ma la gogna pubblica è troppo: un ragazzo di 16-17 anni non sai come può reagire"
Il giorno dopo l’esclusione a vita dallo stadio cosa si sente di dire?
Chiedo scusa: ho sbagliato e non voglio cercare giustificazioni.
Sarebbe disposto a scusarsi con Jesus?
Certo: vorrei un incontro con lui, vorrei abbracciarlo e mettere fine a questa cosa. Se la Roma mi vuole escludere dallo stadio a vita lo accetto, pure se non lo condivido. So già che sarò un esempio in Italia. Vuol dare un segnale prepotente? Farmi passare come un capro espiatorio? Va bene. Ma mettermi alla gogna pubblica è troppo.
Parla del fatto che sia stato pubblicato il post col suo nome e cognome?
Sì, ed è troppo grave. Io ho sbagliato, ma l’onda mediatica è stata esagerata. Se capita a un ragazzetto di sedici, diciassette non non puoi sapere che reazioni può avere. Se uno si butta di sotto perché non regge la pressione, cosa fai?
Ma lei è razzista?
No, non mi sento razzista nella maniera più assoluta. Ho detto al giocatore che è uno scimmione e alzo le mani, l’ho fatta fuori dal vaso, ho esagerato.
Eppure mesi fa si lasciò andare a frasi simili contro Kessié e Bakayoko, del Milan.
Ho usato il termine sbagliato, scimmie, a volte mi lascio andare con le parole. Sono già due sintomi di razzismo, ma non voglio essere razzista, non lo sono. Non posso cercare giustificazioni, voglio solo chiedere scusa. So di aver sbagliato, ma lo scorso anno a San Siro hanno offeso Koulibaly per tutta la partita con cori razzisti, se mi escludi a vita per una frase allora dovevi dare il daspo a tutto lo stadio.
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