La squadra scortata e in ritiro punitivo a Trigoria, i tifosi che minacciano velatamente e contestano, il presidente che fa mea culpa e l’allenatore nel ciclone delle critiche. La peggiore Roma americana, questo dicono i numeri: dopo 690 milioni di investimenti, la squadra è al punto di partenza, peggio pure di quella che sette anni fa con Luis Enrique iniziò disastrosamente l’età a Stelle e Strisce. Il ds Monchi ha lasciato gli spalti dopo il raddoppio di Santander. "Nessuno è più adirato o disgustato di me" , sosteneva a fine partita Pallotta, chiamato in causa dai cori dei tifosi che gli urlavano "vattene": ma quello del presidente suona come un ultimatum, visto che l’ultima volta lo disse dopo Roma-Spezia del 2015, gettando le basi per l’esonero di Rudi Garcia. E sentendosi accerchiato Di Francesco non ha risparmiato nessuno. Dodici acquisti e 7 cessioni che hanno lasciato un utile di mercato di 21 milioni al prezzo di una profonda, insuperabile sensazione d’incompiutezza. Come se le mani che questa Roma devono costruirla dialogassero poco con il cervello che l’ha pensata.
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Il testacoda della Roma: l’era Pallotta sotto accusa
Dopo 690 milioni di investimenti, la squadra è al punto di partenza, peggio pure di quella che sette anni fa con Luis Enrique iniziò disastrosamente l’età a Stelle e Strisce
(M. Pinci)
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