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Il mercato è già fatto in casa

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La società già gli ha messo a disposizione il norvegese Ola Solbakken, ma il tecnico vorrebbe un ulteriore sforzo per poter costruire una rosa di maggiore qualità e personalità

Redazione

Il mercato c’è, ma Mou non lo vede, scrive Piero Torri su La Repubblica. Del resto, lo Special One non è mai stato abituato ad accontentarsi, vuole sempre di tutto e di più. Figuratevi quando sta per aprirsi una finestra di mercato, pur nella consapevolezza di conti economici che l’Uefa ha sentenziato e ristretto tra rigidissimi paletti, pena il pagamento di una multa da una trentina di milioni.

La società già gli ha messo a disposizione il norvegese Ola Solbakken, ma il portoghese vorrebbe un ulteriore sforzo per poter costruire una rosa di maggiore qualità e personalità. Discorso che non fa una grinza, ma potrebbe valere anche per il Manchester City.

Eppure se ci si pensa, a gennaio il mercato della Roma sarà fatto in casa. A Trigoria, senza spendere un euro, senza aumentare il monte ingaggi. Perché, toccando ferro, alla ripresa del campionato, il quattro gennaio all’Olimpico contro il Bologna, lo Special One potrà cominciare ad avere a disposizione la Roma che era stata pensata e costruita nel passato mercato estivo. Quella che aveva alimentato legittimi sogni di grandezza.

Magari il quattro gennaio non sarà al meglio della condizione, ma ci sarà il ritorno di Georginio Wijnaldum l’unico giocatore, parole di Mou, che non si doveva fare male, fin qui visto undici minuti nella prima a Salerno e in uno splendido spot emergente dalla piscina, poi frattura della tibia e arrivederci al duemilaventitrè.

Di sicuro ci sarà Paulo Dybala che in poche settimane aveva fatto capire, pure alla Juventus, che incidenza può ancora garantire. Ci sarà anche un Lorenzo Pellegrini che finalmente si sarà messo alle spalle il fastidio al flessore con cui, stringendo i denti, ha convissuto in tutta la prima parte della stagione. E, chissà, ci sarà un Abraham restituito alla sua prima versione romanista, ventisette reti e un feeling con l’ambiente che aveva fatto temere di perderlo.

Uno Zaniolo che, contratto o non contratto, vuole che il prossimo sia l’anno in cui tornare a far vedere gli effetti speciali, quelli che aveva garantito nelle stagioni dell’esordio, prima che un doppio crociato facesse venire giù, da parte dell’ambiente romanista, tutti i santi del Paradiso.