rassegna stampa roma

Il mercato di De Rossi e Balotelli talento, liti e un allenatore contro

(La Repubblica – G. Cardone/M. Pinci) – Centotrentuno giorni fa erano seduti accanto, sul prato del Narodowy di Varsavia, dopo aver steso la Germania guadagnandosi la finale europea.

Redazione

(La Repubblica - G. Cardone/M. Pinci) - Centotrentuno giorni fa erano seduti accanto, sul prato del Narodowy di Varsavia, dopo aver steso la Germania guadagnandosi la finale europea. In comune avevano la maglia azzurra e poco altro: da qualche settimana, però, Daniele De Rossi e Mario Balotelli si somigliano un po´ di più. Il centrocampista ventinovenne che di mestiere aveva scelto di fare la bandiera e il talento ingestibile abbonato alla prime pagine, che si tratti di Time o dei tabloid, hanno assistito - non certo passivamente - al collasso del rapporto con il proprio allenatore: Zeman da una parte, Mancini dall´altra.

Fino alla rottura definitiva. Come immaginare altrimenti quel "vaffa" sputato in faccia a 25 minuti dalla fine della gara col West Ham dallo spigoloso Mario al tecnico che lo aveva voluto con sé in Inghilterra. Una sostituzione sgradita, lo sguardo spiritato puntato sull´allenatore, la reazione dialettica immortalata da flash e telecamere: abbastanza per frantumare la pazienza residua nei suoi confronti. Anche Mancini stavolta si è arreso, stanco di dover sistematicamente riparare i cocci delle sue bravate, inutilmente incollati uno sull´altro da due anni. L´addio allora appare vicino. Come quello di De Rossi: il volto sfibrato e sfiduciato con cui si è seduto in panchina domenica sera contro il Palermo è quello di un ragazzo che sembra soffrire il disagio di quotidiane divergenze. Quelle con Zeman, cui più volte ha esposto la ritrosia, sua e del gruppo, per le doppie sedute imposte un paio di volte a settimana dal boemo. Che, per tutta risposta, ne ha apertamente criticato la professionalità. Fino a esplodere, dopo la vittoria sul Palermo, sostenendo esplicitamente che «se l´avversario fosse stato la Lazio, Daniele avrebbe giocato».

Come a dire che il capitan futuro romanista si è tirato indietro per non mancare l´appuntamento «che sente di più». Lui risponde con un rumorosissimo silenzio, dietro cui nasconde, forse, anche la voglia di immaginarsi altrove. Di questo, si sussurra a Trigoria, avrebbe anche parlato con il club, che attraverso il dg Baldini non esclude un addio. Anche imminente: «Se dovesse arrivare un´offerta, la prenderemmo in considerazione: i manager hanno il compito di ascoltare e valutare tutte le opportunità». La prossima potrebbe arrivare dal Psg, certamente il club più interessato alle prestazioni del romanista: perché ha bisogno di un giocatore così e perché «siamo una delle poche società che può spendere quei soldi», sostiene Ancelotti. E confida nel colpo: «Magari a gennaio se ne parlerà». Un´operazione da complessivi 60 milioni, i 30 che chiede la Roma (trattabili) e i dieci lordi all´anno di stipendio. [...]