Da Spalletti a Spalletti- bis, il mondo è cambiato radicalmente mentre la squadra che porta il nome della capitale sembra paralizzata. Il tecnico – ma dopo “esilio” vincente in Russia – De Rossi e Totti sono gli unici superstiti, finiti però in un buco nero in cui ai proclami e agli investimenti di due proprietà non sono seguiti risultati, se non una fila incredibile di piazzamenti: se chiudesse davanti al Napoli, sarebbe seconda per la quarta volta in 9 stagioni, praticamente una ogni due, come scrive Pinci su La Repubblica.
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Il digiuno: da Spalletti a Spalletti, i nove anni della Roma senza vincere niente
Se la Juventus riuscisse nel bis scudetto domenica e Coppa Italia mercoledì, raggiungerebbe la Roma per trofei vinti dentro l’Olimpico
Non c’è nessuna delle big che aspetti di prendersi un titolo da così tanto: i rivali della Lazio hanno alzato la stessa coppa 4 anni fa e sperano nel bis mercoledì, l’Inter è ferma al 2011, il Napoli ha gioito 2 volte nel 2014, il Milan addirittura lo scorso dicembre con la Supercoppa. E la Juventus onnivora adesso può infilare il sesto scudetto consecutivo nella tana di Totti e Spalletti. Riuscisse nel bis scudetto domenica e Coppa Italia mercoledì – raggiungerebbe la Roma per trofei vinti dentro l’Olimpico.
Ai giallorossi non sono bastati nemmeno i 514 milioni spesi in questi anni sul mercato: 46 dalla gestione Sensi e Unicredit, tutti gli altri da Pallotta&friends. Un’enormità a cui non ha fatto seguito una sola conquista. A Trigoria hanno in compenso montato cancelli girevoli: 262 calciatori alternati solo tra quelli che hanno indossato la maglia della prima squadra, 102 in entrata e 160 in uscita. In media quasi 30 all’anno, come se tutte le volte servisse demolire per ricostruire. Il colpo più caro, Iturbe (22,5 milioni), è stato un flop. Ma il gioco ha funzionato, altrimenti i conti della Roma non racconterebbero della seconda realtà in Italia per ricavi, con 219 milioni nella stagione scorsa.
In 9 anni l’indebitamento del club è passato dai 20 milioni del 2009 ai 170 odierni (non tutti maturati dalla gestione statunitense) e i ricavi commerciali stentano a decollare. La maglia non ha uno sponsor da 1412 giorni, eccezion fatta per i marchi occasionali, tra i quali la contestatissima divisa dell’ultimo derby, con il logo SPQR stampato sul petto, venduta pure con un sovrapprezzo di 5 euro nei Roma Store prima che andasse esaurita: peraltro il Comune, secondo il legale Massimo Rossetti di Federsupporter, potrebbe teoricamente agire contro chiunque ne faccia un uso non autorizzato e non consentito come previsto dal Decreto Legislativo 18 agosto 2000, n. 267.
Eppure, in questo maggio senza sussulti, qualcosa si prepara a celebrarla anche Trigoria: l’addio al calcio del suo capitano. In poche ore ieri sono stati venduti tutti i biglietti per Roma-Genoa del 28 maggio: ci saranno 60mila persone all’Olimpico per l’ultimo saluto al Totti calciatore, un riscontro di pubblico che mancava dal 21 ottobre 2014 per la gara col Bayern.
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