Il sogno di mezza estate rischia di rimanere tale, scrive Andrea Di Carlo su La Repubblica. La parola “scudetto”, sussurrata da molti tifosi, tra gli spalti dello stadio e le tribune social, si è incastrata tra la tibia destra di Gini Wijnaldum e la spalla sinistra di Nicolò Zaniolo.
La Repubblica
Il calvario di Mourinho: dopo Wijnaldum tocca a Zaniolo
La sfortuna è tornata a bussare con veemenza dalle parti di Trigoria e lo ha fatto con un tempismo cinico, un uno-due in meno di 24 ore, roba da rimanerci secchi.
Volava Zaniolo a Salerno, imprendibile fino all’infortunio nel primo tempo con la Cremonese, fino all’ultimo strappo: la porta in vista ma arriva la scivolata di Lochoshvili ad impedirgli di esplodere il sinistro. Poi la caduta, rovinosa, tutto il peso del corpo finisce sulla spalla sinistra. L’urlo istantaneo e, col braccio ancora in funzione, subito a richiamare l’attenzione della panchina.
Mentre la sua Roma giocava e superava di misura l’ostacolo Cremonese, lui era a Villa Stuart accompagnato dal papà Igor. E la diagnosi di un trauma diretto con lussazione della spalla veniva poi anticipata da Mourinho: “Nicolò? Sono preoccupato ma è la vita. Piangere non aiuta, hai in testa strategie, combinazioni e poi ti trovi in una situazione in cui hai gli uomini contati. L’infortunio? Sarà sicuramente per qualche tempo fuori”.
Difficile stabilire i tempi di recupero (non meno di un mese), ma quanto meno nessun intervento in vista per il numero 22. Rimane invece l’ipotesi più concreta per Wijnaldum, che è in attesa dell’ultimo consulto, quello con il professor Ahlbäumer della Klinik Gut di St.Moritz, struttura di fiducia della famiglia Friedkin, prima della decisione finale, che verrà presa di concerto con i due club, Psg in primis.
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