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La Repubblica

I quattro gol al Monza sono la rivincita del gruppo

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Una Roma capace di essere comunque una squadra anche se il terzetto offensivo, tanto per dire, diceva Soulé, Baldanzi e Shomurodov
Redazione

Dicono: ora la Roma è un'altra squadra. Errore. C'è un'altra di troppo. Nel senso che ora la Roma è una squadra, scrive Piero Torri su La Repubblica. Prima, nel periodo tattico e tecnico dell'oscurantismo juriciano, la Roma tutto era stata meno che logica volendo usare un termine soft. Hummels e Paredes in panchina, l'Angelino adesso miglior esterno sinistro del campionato veniva impiegato da difensore centrale a sinistra, Koné era considerato un prospetto, Dybala un fuoriclasse a intermittenza, i dissapori all'interno dello spogliatoio erano all'ordine del giorno. Poi è arrivato il sor Claudio Ranieri. Il pragmatismo fatto persona. Ha rimesso i giocatori giusti al posto giusto, si è appellato al suo romanismo che ha diffuso nel gruppo, ha chiesto di giocare a calcio, ha riunito il gruppo al motto tutti per uno, uno per tutti, ha riallacciato il feeling con una tifoseria che non aspettava altro dopo mesi di interrogativi senza risposta e pensieri cattivi. Una Roma capace di essere comunque una squadra anche se il terzetto offensivo, tanto per dire, diceva Soulé, Baldanzi e Shomurodov. È evidente la voglia del gruppo di prendersi una rivincita rispetto a tutto quello che è stato detto nei primi quattro mesi della stagione, l'obiettivo è quello di riprendersi l'Europa che negli ultimi anni è stata il giardino di casa della Roma. Sono tutti meriti del sor Claudio. Al punto che molti oggi auspicano una conferma di Ranieri sulla panchina giallorossa anche per la prossima stagione.

Tanto è vero che in ogni occasione possibile gli viene chiesto se ci ha ripensato, ovvero se sta pensando di continuare a fare quello che ha sempre fatto, cioè l'allenatore. Il sor Claudio non sa più come dire che non c'è stato nessun ripensamento, che lui a fine stagione smetterà, che il suo futuro, come da contratto, sarà da dirigente di questa Roma che, peraltro, di dirigente scarseggia un bel po'. E allora Ranieri, all'ennesima domanda sul suo futuro, stavolta ci ha dato pure il suo prescelto per ereditare la sua panchina giallorossa: Cesc Fabregas. Nei confronti dello spagnolo, suo prossimo avversario, elogi da numero uno. E allora, visto che a indicare il nuovo allenatore dovrà essere lui, come non pensare che Fabregas sia in pole position per il futuro?