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La Repubblica

I Friedkin diano un colpo, anzi due

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Dopo una stagione deludente, c'è bisogno di un cambio di rotta radicale. Serve programmare un futuro diverso, ambizioso
Redazione

Adesso il futuro. Perché il presente dice che sì, c'è ancora l'Europa del prossimo anno da inseguire, ma anche che la cassaforte della Champions è un obiettivo da rimandare ancora al prossimo anno. Il terzo posto dell'Atlanta è lontano sette punti, il quarto della Juve è a cinque, il quinto del Bologna a tre, il sesto della Lazio a due dopo un derby pareggiato grazie a una prodezza di Soulé. Un pareggio che, come scrive Piero Torri su La Repubblica, non serve a nessuno, a parte alle statistiche che consegnano ai posteri il sedicesimo risultato utile consecutivo dei giallorossi: trentotto punti che sono uno sproposito rispetto ai miseri ventitré del girone d'andata. Una nuova stagione tra coloro che son sospesi, senza mai essere stati sul serio in corsa per uno di quei primi quattro posti. In questo senso le responsabilità della società sono evidenti. Gli errori sono stati tanti, inaccettabili e inspiegabili. La famiglia Friedkin quando rilevò la società ci disse che sarebbe stata custode della Roma. Fin qui non l'ha fatto. Ora c'è bisogno di un cambio di rotta radicale, di programmare un futuro diverso, ambizioso, in grado di restituire la Roma a una dimensione più competitiva. C'è la necessità di scegliere in fretta il nuovo allenatore. C'è da concludere l'iter dello stadio. C'è da programmare un mercato che dovrà essere puntato sulla qualità. C'è da rifare una società dove da mesi non c'è un ad, da anni un direttore generale e tecnico, da tempo un settore commerciale. I Friedkin diano un colpo, anzi uno di più, altrimenti prendano in considerazione l'ipotesi di passare la mano. Perché la Roma e i romanisti meritano altro.