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rassegna stampa roma

Gli occhi chiusi di chi deve vedere. Va in scena il teatro degli impuniti

Il centro di Roma pieno di polizia comunale è tuttavia sempre incustodito e lasciato in balia di turisti e tifosi senza rispetto

Redazione

È ormai un teatro degli impuniti, la grande Roma, una sorta di parco-giochi plebeo dove solo i vigili non si sono accorti dell’esecuzione in effigie al Colosseo dei quattro calciatori giallorossi, manichini impiccati alle 23,30 di giovedì. Come scrive Francesco Merlo su La Repubblica il centro di Roma, sempre pieno di polizia comunale è tuttavia sempre incustodito, forse per omertà stracciona o forse per assenteismo da fannulloni con l’aria indaffarata: Fontana di Trevi, la Barcaccia, Il Pantheon e il Colosseo sono stati spesso e volentieri deturpati da turisti ignoranti o da cosiddetti "tifosi" per i propri goliardici fini.

Gli Irriducibili della Lazio hanno assolto anche l’impiccagione in effigie, come fosse uno sfottò, roba da Rugantino: erano “boiaccia” sì, ma anche bonari. E però la polizia di Stato non è ancora certa che i tifosi giustizieri non abbiano appeso quattro della loro stessa squadra per regolare conti interni. Comunque sia, l’Inquisizione, che a Roma ebbe la sua seconda capitale dopo Palermo, riservava la morte in effigie a chi scappava a nascondersi che in latino si dice lateo, e quindi latitanti, e qualche volta anche ai morti: “cane morto” gridano nella curve al brocco senza onore, al miles ingloriosus.