Gli ortodossi del Movimento sono duri a morire. Non hanno ancora digerito la stretta di mano tra il Campidoglio a trazione grillina e i proponenti del progetto del nuovo stadio della Roma. Così la frangia degli scontenti si allarga di ora in ora, scrive D'Albergo su "Repubblica". E ora sui social torna a circolare la Carta di Firenze dei comuni a Cinque Stelle. Datato 8 marzo 2009, il manifesto in 12 punti del buon governo cittadino, prevede «concessioni di licenze edilizie solo per demolizioni e ricostruzioni di edifici civili o per cambi di destinazioni d’uso di aree industriali dismesse». Il documento se rispettato avrebbe dovuto consigliare agli eletti M5S di annullare la delibera di pubblica utilità approvata dall’amministrazione Marino. Senza alcuna trattativa con As Roma e i costruttori.
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Gli irriducibili antistadio, base 5S: “Annullare tutto”
La frangia degli scontenti si allarga di ora in ora. E ora sui social torna a circolare la Carta di Firenze dei comuni a Cinque Stelle
Considerato il parere del presidente onorario aggiunto della Corte di Cassazione Ferdinando Imposimato, senza alcun rischio di incappare in una causa multimilionaria. La voce della base grillina, però, non è l’unica contraria allo stadio. Anche il centrosinistra è in agitazione. Così, se per l’ex sindaco Pd Ignazio Marino il nuovo accordo targato Raggi è «una romanella per i costruttori», Stefano Fassina boccia per intero l’idea di costruire a Tor di Valle: «Penso che Marino non abbia particolari meriti a criticare le scelte fatte dall’amministrazione 5S sullo stadio della Roma perché quel progetto è sbagliato. Sbagliato fin dall’inizio». Controcorrente Francesco Rutelli: «Chiunque conosca Roma sa che per costruire i servizi necessari a collegare il nuovo stadio alla città e renderlo raggiungibile a migliaia di tifosi, serviranno diversi anni e saranno lavori molto complicati. Ma una buona amministrazione ce la potrà fare, e io tifo per loro, per il bene della città e dei romani».
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