Chiudere gli occhi, pensare al 2018, e vedere materializzato il volto trasfigurato dalla gioia di Manolas, dopo il gol al Barcellona, scrive Francesca Ferrazza su La Repubblica.
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Giganti in Champions, deludenti in campionato: il 2018 dei DiFra boys
La seconda Roma di Di Francesco è balbettante in Serie A, dove fatica a trovare un’identità di gioco e di carattere, mentre mantiene lo stesso andamento storico nella massima competizione europea
Un’immagine che è entrata nella storia della Roma e che non può non caratterizzare l’anno solare appena concluso. Da lì, da quelle emozioni, sembrava si potesse ripartire, farsene forza per riavvicinare la distanza tra la Roma e tifoseria, abituata da troppi anni a non vincere. La corsa al biglietto per Liverpool e la speranza di ripetere l’impossibile nel ritorno in un Olimpico in ebollizione.
Sfumato il sogno di giocarsi la finale a Mosca, i tifosi giallorossi hanno sperato che da lì si ripartisse per provare a crescere in campionato, ma nelle settimane estive le speranze si sono infrante a suon di cessioni: prima Nainggolan, a giugno, poi Alisson, a luglio, infine Strootman, quando già si era giocata la prima di campionato, a Torino, ad agosto. Una rosa con tanti nuovi giovani, di belle prospettive, ma da far ambientare, e il lutto delle partenze da elaborare prima di tutto nello spogliatoio, con il gruppo completamente aggrappato a De Rossi, nell’ultimo anno di contratto e con un ginocchio a cui stare attento. Daniele è fermo da tre mesi e ha scelto di non partire per le Maldive con moglie e figli, pur di recuperare, restando a lavorare nella capitale per farsi trovare pronto alla ripresa degli allenamenti, il 7 gennaio.
La seconda Roma di Di Francesco è balbettante in campionato, dove fatica a trovare un’identità di gioco e di carattere, mentre mantiene lo stesso andamento storico in Champions League: superamento del girone, alle spalle del Real Madrid, approdo agli ottavi dove troverà il non proibitivo Porto il 12 febbraio.
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