rassegna stampa roma

Garcia raddoppia, Roma fino al 2018

(Repubblica – M.Pinci) Rudi Garcia non lascia, raddoppia. Dopo Pjanic e Castan, la Roma annuncia anche il prolungamento del contratto più atteso, quello del tecnico francese.

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(Repubblica - M.Pinci) Rudi Garcia non lascia, raddoppia. Dopo Pjanic e Castan, la Roma annuncia anche il prolungamento del contratto più atteso, quello del tecnico francese.

L’intesa era già stata definita, se non nella forma almeno nella sostanza, lo scorso 12 maggio, in una cena con Pallotta e l’agente Boisseau. Da ieri, però, è ufficiale: prolungato fino al 2018 l’accordo in scadenza tra un anno, con rigoroso adeguamento del contratto. Raddoppia la durata del contratto rispetto al primo, raddoppia anche il compenso, da 1,3 a 2,6 milioni a stagione. Un modo per blindare a lunghissima scadenza (esclusa la voce di una clausola rescissoria nel contratto) il tecnico che ha restituito la Champions alla Roma.

Con quello di Garcia, il monte stipendi crescerà complessivamente di quasi 6 milioni lordi, più o meno gli stessi che il club risparmierà con gli addii di Zeman, Taddei e con le decurtazioni di Totti e Maicon. «Questo meraviglioso inizio diventerà un grande futuro per i tifosi giallorossi», festeggia Pallotta. «Sono onorato di essermi legato ancor di più a uno dei progetti tra i più ambiziosi in Europa e sono felice di continuare a scrivere insieme la storia della Roma», la soddisfazione di Garcia. Con lui prolungano anche i due fedelissimi Bompard e Fichaux. In arrivo anche un nuovo preparatore: l’ex laziale Paolo Rongoni, a breve potrebbe seguirlo un nuovo medico. Ieri Garcia era a Trigoria, dove ha incontrato Mehdi Benatia, passato non per parlare con i dirigenti (non erano lì) ma per ritirare alcuni effetti personali. Con il difensore ha parlato un quarto d’ora circa nello spogliatoio. Chiacchierata in cui il tecnico avrebbe anche ripreso Benatia spiegandogli come le sue dichiarazioni pubbliche sull’offerta “inaccettabile” ricevuta dalla Roma gli siano piaciute poco. Il difensore lasciando Trigoria sembrava già meno teso: «Resto? Credo di sì».