Piazza Affari ha deciso: è Mediaset il vincitore (almeno morale) dell‘asta per i diritti tv della Serie A. A inizio settimana, alla luce delle superofferte di Sky per satellite e digitale, gli operatori erano convinti che il Biscione fosse fuori dalla partita.
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Diritti tv, Eurosport non ci sta: “Gara falsata, pronti al ricorso”. Al Jazeera più vicina a Mediaset
Ancora bagarre per l'assegnazione dei diritti tv. Eurosport minaccia il ricorso.
E avevano messo sotto pressione i titoli. Il compromesso raggiunto con le pay-tv di Murdoch ha però cambiato le carte in tavola: le reti di Arcore – che già hanno vinto il bando per la Champions – potranno trasmettere pure tutte le partite degli otto big del Campionato nel triennio 2015-2018. Il prezzo (373 milioni l’anno, cui vanno aggiunti i 230 per la coppa europea) è un po’ alto. Ma la Borsa non ci ha fatto caso: l’uno-due sui diritti consente a Cologno di presentarsi alla delicatissima partita delle alleanze sulla pay-tv con una dote decisamente interessante. E il titolo ha festeggiato ieri con un netto rialzo del 4%. Le attese ottimistiche della Borsa potrebbero trovare una verifica in tempi stretti.
Entro il 4 luglio Mediaset deve decidere che fare del suo 22% nella spagnola Digital, un altro degli asset-chiave nel risiko europeo della tv a pagamento. Scegliendo tra l’addio alla Spagna (incassando 355 milioni da Telefonica), la creazione di un asse con il gruppo di tlc spagnolo o un’offerta per prendere il controllo dei canali iberici. Anche questa operazione potrebbe essere assai costosa (circa un miliardo ). Ma a dividere gli oneri con il Biscione potrebbero arrivare o Al Jazeera o i francesi di Vivendi che in queste settimane stanno studiando l’ingresso nel capitale della società in cui Mediaset dovrebbe conferire tutte le sue attività nelle pay-tv.
L’esito dell’asta per i diritti televisivi rischia intanto di lasciare lunghi strascichi giudiziari. A dimostrazione che forse i pareri legali in mano alla Lega Calcio, a Mediaset e a Sky non erano così solidi come sostenevano. A sollevare il dubbio è Eurosport che aveva puntato 140 milioni di euro sul pacchetto D per le altre 12 squadre di Serie A. L’emittente di Discovery, controllata da Liberty Media di John Malone, non ha gradito la gestione dell’assegnazione dei diritti avvenuta solo dopo un accordo Mediaset-Sky per la spartizione della posta in palio. «Eurosport – dice un portavoce del gruppo – prende atto della decisione della Lega di Serie A, ma riteniamo che sia contraria alle regole dell’asta e stiamo, per questa ragione, considerando tutte le opzioni, inclusa quella legale». Come a dire che se il criterio di assegnazione fosse stato quello delle migliori offerte o della massimizzazione dei ricavi complessivi, il network internazionale avrebbe accettato la sconfitta. Alla luce, però, del compromesso raggiunto per evitare, da una parte, i ricorsi di Sky e Mediaset e, dall’ altra, per non scontentare nessuno dei partner storici del calcio italiano, Eurosport si sente danneggiata. Anche in questo caso, però, alla fine si potrebbe trovare un compromesso mettendo sul piatto una revisione dei contratti garantiti dal duopolio della tv tricolore ai canali di Malone.
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