E’ molto dura la sua lettera recapitata l’altro giorno al Bologna, redatta da un legale di Diawara (Pierfilippo Capello, il figlio del tecnico Fabio): di fatto, vi si imputa al club di non averlo difeso dalle critiche che gli avevano mosso Donadoni e Gastaldello, facendo sì che s’allontanino decisamente ipotesi di riavvicinamento fra le parti.
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Diawara va dall’avvocato, il Bologna non si agita e pensa solo a darlo via
Con l’arrivo di Nagy, il rientro dal Cile di Pulgar (che sta provando a giocare da regista) e la permanenza di Crisetig, Diawara tatticamente è già il passato
Il Bologna, come scrive La Repubblica, avrebbe potuto metterlo fuori rosa, minacciando di tenerlo fermo almeno fino a gennaio o per tutta la durata del contratto (30 giugno 2020), e non l’ha fatto. La speranza era chiara: prima lo vendiamo e meglio è.
Con l’arrivo di Nagy, il rientro dal Cile di Pulgar (che sta provando a giocare da regista) e la permanenza di Crisetig, Diawara tatticamente è già il passato, nelle scelte di Donadoni. Solo che i famosi 15 milioni della sua cessione nessuno li ha visti, cosicchè il mercato è in pratica bloccato: la linea di Saputo, ribadita a Fenucci e Bigon nel recente viaggio a Montreal, è di non concedere extrabudget. C’è poi un altro aspetto delicato. Con questa condotta societaria, può passare il messaggio che ognuno, d’ora in poi, può fare come crede. Non a caso i cronisti in ritiro, a contatto con la squadra, hanno impiegato poco a capire che i più seccati dal comportamento di Diawara erano proprio alcuni suoi compagni. Donadoni, con calma olimpica, aspetta. Per migliorare il 14 esimo posto vorrebbe qualche acquisto di peso. I giovani presi dal club gli piacciono e ci lavorerà, ma valuta che l’ossatura vada irrobustita. L’arrivo di Dzemaili, dato ormai per scontato e atteso a ore, va proprio in questa direzione. Se nel frattempo si riesce a vendere Diawara, altre operazioni si potranno concludere. Col Napoli pareva fatta per 17-18 milioni, poi De Laurentiis ha preso Zielinski. Con la Roma è ancora tutto in piedi e da qualche giorno (oltre all’ipotesi estero, non solo Valencia) in fila c’è pure la Juve. Beppe Marotta è pronto, sfoltita la mediana, a telefonare a Saputo
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