Il calcio italiano si consegna alla tecnologia: debutta domenica sui campi di serie A la sperimentazione della moviola in campo: Torino-Fiorentina e Milan-Sassuolo, alle 18, avranno in “regia” gli arbitri Irrati, Di Bello e Doveri. Per la prima decisione presa da un arbitro guardando la tv però bisognerà aspettare: i “Var” - video assistant referee – saranno ancora “off-line”, potranno ascoltare le comunicazioni tra i direttori di gara ma non intervenire. È però il primo passo verso il futuro. Con due obiettivi da raggiungere: ridurre gli errori gravi senza interrompere la fluidità del gioco. E farlo in tempi rapidissimi: il sogno è decretare un rigore o un’espulsione in 7 secondi. Arrivare a 10 farebbe comunque sorridere l’Ifab, che ha ideato e promosso il progetto. Oggi invece servono almeno 17 secondi, 12 in Olanda dove la sperimentazione è partita due anni fa. Per migliorare c’è tempo fino al marzo 2018, quando la Fifa vorrebbe introdurre la Var. In tempo per i Mondiali di Russia.
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Decidere in 7 secondi: la moviola in campo non è uguale per tutti
Qualsiasi immagine arrivi sulle tv di casa, sarà pure sui monitor dei “Var”. Il problema è che non tutte le partite hanno lo stesso numero di telecamere
"Come riportato nell'edizione odierna de "La Repubblica", riuscirci in 7 secondi pare follia: ma in Formula1 pochi anni fa servivano 4-5 secondi per il solo cambio gomme oggi ne bastano 2-3. «I risultati per ora non saranno pubblici - spiega Roberto Rosetti, ex arbitro ed oggi Project Leader per la Lega di serie A - verranno inviati all’Università di Bruxelles che li analizzerà per capire in quali situazioni di gioco è applicabile».
"Ma nemmeno la tecnologia promette di essere uguale per tutti. Qualsiasi immagine arrivi sulle tv di casa, sarà pure sui monitor dei “Var”. Il problema è che non tutte le partite hanno lo stesso numero di telecamere: la Lega prevede tre diversi standard (12, 14 o 16 “occhi”).
"(M. Pinci)
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