La promessa alla fine è diventata realtà, scrive Marco Juric su La Repubblica: Daniele De Rossi ha firmato il contratto triennale da due milioni e mezzo di euro - scadenza 2027 - che la Roma gli aveva promesso ormai da settimane. L'annuncio della conferma di DDR sulla panchina giallorossa c'era già stata, anche a mezzo social. Mancava, invece, la firma. Non un dettaglio. O meglio, dettagli. Come quelli che ci sono sta- ti da chiarire prima di mettere nero su bianco l'accordo.
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De Rossi firma fino al 2027, Belotti va al Como e Mou cerca il suo Bove
La trattativa finalmente si è chiusa (non poteva essere altrimenti, considerati gli impegni presi pubblicamente dal club) e ora la stagione della Roma può ufficialmente partire. Come? Con un mercato all'altezza. Così almeno spera De Rossi, che al club ha chiesto giocatori giovani e di gamba. Giocatori in grado di sal- tare l'uomo. Gente affamata. Insomma, il contrario del calciatore da in- stant team richiesto per due anni e mezzo da José Mourinho.
Si cambia filosofia. E così, nel giorno dell'annuncio della firma del contratto, non stupisce veder il "Gallo" Andrea Belotti salutare la causa giallorossa. A Roma era arrivato per fare il vice di Tammy Abraham. Forse il titolare. Ma le difficoltà sotto porta che si sono tradotte negli zero gol segnati in Serie A nella prima stagione romana e in un altro avvio di stagione senza troppi squilli hanno ridimensionato presto le aspettative dei tifosi. E poi quelle del club. Tanti applausi per il cuore e le maglie sudate. Pochi boati. Ora, dopo 6 mesi a Firenze, la possibilità di ripartire da titolarissimo a Como. Chissà, con Cesc Fabregas in panchina, Belotti potrebbe an- che tornare a mostrare la cresta. Non più, in ogni caso, con la maglia giallorossa. L'8 luglio la stagioe partirà con una pedina in meno. Forse non l'unica. Nelle ultime ore sono arrivate dalla Turchia sirene forse scontate: raccontano del Fenerbahce di Mou su Edoardo Bove, di uno Special One un po' nostalgico. Uno zio con il pallino per un calcio muscolare che riabbraccerebbe volentieri il bambino prediletto. Sì, Bove che aveva plasmato a sua immagine e somiglianza. Con tanto di gol e prestazione eroica in semifinale di Europa League.
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