Da Como al Como. In uno di quei percorsi calcistici che neppure il miglior sceneggiatore di Hollywood sarebbe stato capace di partorire. Perché in dodici mesi è cambiato tutto. E se si tornasse indietro non ci sarebbe nessuno che scommetterebbe un euro sulla Roma prima in classifica nell'anno solare che stiamo per salutare. Quindici dicembre dello scorso anno: la Roma si presenta su quel ramo del lago manzoniano. Ranieri è arrivato da poche settimane a Trigoria. Al novantesimo il risultato era quello iniziale, in quel momento, simile a una boccata d'ossigeno. Poi il patatrac. Gabrielloni, sì Gabrielloni, e Nico Paz confezionano la vittoria per la squadra di Fabregas con la Roma che sprofonda ai confini della zona retrocessione. Da lì, però, poi è cominciata tutta un'altra storia. Lo scrive Piero Torri su La Repubblica. Quindici dicembre di quest'anno: all'Olimpico si presenta il Como, cambiato pure lui ma chi è cambiata ancora di più è la Roma. Ranieri l'ha riportata in Europa sfiorando pure la qualificazione in Champions League, scegliendo poi il suo erede in quel Gasperini a cui sono stati sufficienti pochi mesi per dissipare l'antipatia e lo scetticismo. Il risultato è una Roma da Champions: quarta in classifica a un punto dalla terza, due dalla seconda, tre dalla prima, playoff (minimo) garantiti in Europa League, quattordici vittorie in ventuno partite, nonostante gol con il contagocce in un senso e nell'altro (miglior difesa del campionato). Sabato, a Torino, con la Juventus che pare rispondere alle cure dell'ex Spalletti.
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