(repubblica.it - SPY CALCIO F.Bianchi)Giovanni Malagò lo scorso anno ha istituito la Commissione contributi e accorpamenti, presieduta da Buonfiglio, vicepresidente Coni: un lavoro non per niente facile. C'è chi vuole più soldi perché porta medaglie alle Olimpiadi, chi perché ha più tesserati. Impossibile o quasi trovare un accordo. Ma Malagò l'ha già detto chiaro e tondo: "Alla fine, tanto decido io". Per quest'anno le cose non cambiano: ma in futuro? Per fortuna (dello sport) Malagò è stato bravo e si è assicurato dallo Stato un finanziamento un contributo di oltre 400 milioni all'anno sino al 2016. Non poco, di questi tempi.
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Coni, tagli alla Federcalcio e la guerra Malagò-Abete
(repubblica.it – SPY CALCIO F.Bianchi) Giovanni Malagò lo scorso anno ha istituito la Commissione contributi e accorpamenti, presieduta da Buonfiglio, vicepresidente Coni: un lavoro non per niente facile.
Di sicuro al Coni c'è un fronte ampio contro la Figc: attualmente la Federazione presieduta da Giancarlo Abete percepisce 68 milioni di euro all'anno (il 28% del totale, 242) di contributo. Troppo per alcuni presidenti, fra cui il n.1 della Fidal, Alfio Giomi. Si associano altri n.1 di Federazioni olimpiche (e non). Qualcuno vorrebbe tagliare il 18% alla Figc: in questo caso prenderebbe solo 36 milioni di euro, 32 in meno di adesso. E' giusto? Di sicuro Giancarlo Abete non starà zitto, non è tipo che sta a guardare. E' pignolo e preciso. C'è da dire, ad onore del vero, che non bisogna fare confusione, o, peggio ancora, demagogia: quei 68 milioni che finiscono nelle casse della alla Figc nonsono sprecati, non finiscono certo per gli stipendi (milionari) dei calciatori perché a quelli ci pensano i presidenti coi soldi dei diritti tv. Ma vanno alla gestione del calcio giovanile, di cui c'è tanto bisogno di questi tempi, e alle spese arbitrali (ogni anno ci sono centinaia di migliaia di partite, mica esiste solo la serie A). Il calcio fa da traino agli altri sport, non va dimenticato: ma una guerra santa non avrebbe ragione di esistere. Certo, ci sono problemi, storture, cose brutte.
Sia Petrucci prima che Malagò adesso ce l'hanno con un calcio che dà una brutta immagine di sé, soprattutto quello di vertice. Malagò di recente, a Padova, ha accusato la classe dirigenziale calcistica, ma stranamente, per uno chiaro e diretto come lui, non ha voluto fare nomi. In più ha aggiunto:"I tifosi si sentono autorizzati a delegilittimare il sistema il sistema calcio perché vedono che il sistema è deligittimato da chi lo rappresenta". Frase pericolosa. A chi si riferisce? Alla Lega di serie A? Abete l'ha presa malissimo e l'ha fatto anche notare a Malagò, col qualche già è ai ferri corti per la riforma della giustizia sportiva. Pare che adesso ci sia una riedizione più soft di quella prospettata in un primo tempo: d'altronde oltre ad Abete la bozza presentata dal Coni non aveva convinto nemmeno Petrucci, Barelli e Binaghi (anche se quest'ultimo aveva votato a favore). Così come in molti presidenti e dirigenti anche di lungo corso non avevano apprezzato affatto (eufemismo) l'attacco frontale di Malagò (o Fabbricini?) a Barelli. Coi risultati che sappiamo.
C'è tempo sino a fine maggio per arrivare almeno ad un progetto condiviso della giustizia sportiva che non crei ulteriori sconquassi: e Malagò non credo proprio voglia rischiare una spaccatura. Non gli conviene, troppe sono le cose che bollono in pentola. E che scottano.
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