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La Repubblica

Come Francesco nessuno mai, ma Pellegrini merita la fascia

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Numeri da protagonista, nove gol totali, cinque da quando il cancello di Trigoria si è riaperto per il Sedici, sei assist, quattro da quando De Rossi ha preso il posto dello Special One
Redazione

Io Capitano. Dunque, nome: Lorenzo; cognome: Pellegrini; soprannome: Lollo; luogo di nascita: Roma; età: ventotto anni da compiere il prossimo giugno quando si disputeranno gli Europei; cuore, testa e pelle: romanisti. È vero che il talento di Dybala è dimensione per pochissimi, è vero che la forza fisica e il senso del gol di Lukaku sono una garanzia, è vero che il resto della rosa è assai migliore di quello che qualcuno ci ha fatto credere per anni, ma è lui, il Lollo di Cinecittà, il vero uomo in più di questa Roma griffata De Rossi, un altro che in fatto di romanismo non ha niente da imparare da nessuno, scrive Piero Torri su La Repubblica. Lo splendido gol con cui ha deciso la più che complicata partita contro il Sassuolo, un interno de stro a rientrare che ormai è un po' il suo marchio di fabbrica, ne è stata l'ultima e speriamo definitiva certificazione. Chissà se ora avranno la decenza di tacere, visto che il ragazzo con la maglia numero sette, sta mettendo insieme numeri da protagonista, nove gol totali (due in Europa), cinque da quando il cancello di Trigoria si è riaperto per il Sedici, sei assist (1 in Europa), quattro da quando De Rossi ha preso il posto dello Special One. Io Capitano, dicevamo. Perché a Roma quella fascia pesa parecchio, ancora di più se sulla tua carta d'identità c'è scritto Roma sulla riga che certifica il luogo di nascita. È un'avventura antica e meravigliosa, unica per molti versi. Lorenzo Pellegrini è l'attuale interprete di questa storia meravigliosa. E sta dimostrando, nonostante la pesantissima eredità che si è ritrovato sulle spalle, di meritarsi questo capitolo con una personalità che molti gli negavano, consapevole come nessun altro che come Ago nessuno mai, che di Totti ce ne è stato uno, così come di De Rossi, mettendo in campo il suo essere figlio di Roma e della Roma. Non lo sosteniamo noi, ma lo ha detto, a più riprese, il Sedici. Sarà il caso che gli incompetenti e quelli in malafede, si mettano il cuore (se ce l'hanno) in pace.

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