Quando la usava la nazionale, in Italia era quasi una comparsa: poteva vestirsene occasionalmente la Juventus, ma della difesa a tre se ne erano perse o quasi le tracce, scrive Matteo Pinci su La Repubblica.
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Col miracolo Roma ora la difesa a tre è tornata di moda
Mandorlini: "Di Francesco è stato bravissimo", Minotti: "È un modo di difendersi che risulta più semplice"
Poi è successo qualcosa: tra lo scorso weekend e questo turno infrasettimanale, mezza Serie A è tornata a utilizzarla. A San Siro martedì l’ha scelta il Cagliari contro l’Inter, che aveva giocato così tre giorni prima. Roma e Lazio hanno affrontato un derby con i tre difensori, ma se Simone Inzaghi lo fa dallo scorso anno ( come pure l’Atalanta), per Di Francesco era l’onda lunga dell’effetto Barcellona, quando rivoluzionando la squadra col passaggio alla nuova formula ha rovesciato il pronostico. "Anche io ho osservato questo ritorno alla difesa a tre - riconosce Andrea Mandorlini, ex allenatore del Genoa - e credo che parte del merito sia proprio di Roma- Barcellona. Di Francesco lo fece anche al Sassuolo e quando a Coverciano gli chiesi perché l’avesse fatto, mi rispose: “Sai, per cambiare anche un po’ la testa ai giocatori e non far sempre le stesse cose”. Devo dirgli che è stato bravissimo".
"È un modo di difendersi che risulta più semplice, ti garantisce la copertura soprattutto nella zona centrale e ti dà più certezze" , la spiegazione tattica di Lorenzo Minotti, ex centrale della difesa a cinque del Parma di Scala negli Anni ’90. "Ma fondamentale - aggiunge - è il ruolo degli esterni. C’è chi gioca con due terzini in fascia, e in quel modo rischi di avere una squadra bassa, quasi schiacciata. Poi c’è Guardiola, che quando la utilizza mette 2 attaccanti sulle corsie laterali: è un modo di difendere aggressivo, rischiando sempre l’uno contro uno" .
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