Anche Smalling, come Ronaldo, ha un papà che lo guarda da lontano: "Mamma mi ha tirato su da sola". Il padre Lloyd, di origini giamaicane, morì quando Chris aveva appena cinque anni. La famiglia Smalling dovette correre ai ripari. Per portare qualche soldino a casa, a fine allenamento Chris indossava il cravattino e andava a servire ai tavoli di un ristorante, scrive Sisti su la Repubblica.
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Chris il saggio, un vegano nel cuore della Roma
Da promessa nello United, a falso nueve nei giallorossi. L'evoluzione di Smalling, ora leader nella squadra di Fonseca
I primi calci erano arrivati con i Walderslade Boys: "Più under di noi all’epoca c’era soltanto la sala parto!". Sette anni, forse qualche mese di meno. Con il Brescia ha raggiunto il limite: diventare un difensore “falso nueve”. Una rete, due assist. Era il sogno del suo più grande estimatore: sir Alex Ferguson. La vita di Chris Smalling ebbe un sussulto il giorno in cui Roy Hodgson, allora suo allenatore al Fulham, tra il rammaricato e il compiaciuto, lo prese da una parte: "Chris, il Manchester United ti vuole...". La prima cosa che gli venne in mente fu: "Deve esserci un errore". La seconda fu di chiamare sua madre Theresa: "Mamma, che dici vado?". Arrivò una risposta in forma di domanda: "Ma non eri tifoso dell’Arsenal, bambino mio?". Fu sir Alex a rompere il ghiaccio. Parlarono per tre ore.
"Uno dei momenti più belli della mia vita è stato vincere la Premier nel 2011, appena arrivato a Manchester". Rivinse nel 2013. Nel 2017 si è sposato con Sam Cooke, ex modella delle sexy pagine dei tabloid, sul lago di Como. Medici e moglie l’hanno convinto a farsi vegano per sconfiggere le tendiniti che lo stavano perseguitando. Quindi non tornerebbe mai al filetto. Nelle sue prime 5 partite di campionato con la Roma non ha perso un contrasto. E una volta entrato in squadra non è più uscito. 990 minuti giocati, due reti, una sola ammonizione.
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