È una Roma in scadenza. Tecnica, tattica, fisica, contrattuale. L'orribile (cit.) non prestazione di Praga che ha complicato assai la conquista del primo posto nel girone di Europa League è stata l’ennesima dimostrazione di una squadra che troppo spesso è soltanto brutta, dimenticandosi che se non è anche sporca e cattiva le partite si perdono, pure con avversari che tutto sono meno che proibitivi, scrive Piero Torri su La Repubblica.
La Repubblica
Che brutti i giallorossi, almeno siano sporchi e cattivi
Come a Praga dove non si giocava un'amichevole come aveva provocatoriamente detto alla vigilia Sarri. Ma la conseguenza è stata che i giallorossi gli hanno creduto. Solo chi non vuole vedere ne può essere rimasto stupito. Non va dimenticato, tanto per ribadire il concetto, che le ultime due vittorie in campionato sono arrivate al novantesimo contro un Monza ridotto in dieci per un’ora e domenica scorsa, dopo l’orribile (qui non cit.) sconfitta di San Siro contro l'Inter, contro il Lecce con due reti nei minuti di recupero.
A caldo è giusto emozionarsi e festeggiare, a freddo però le considerazioni non possono essere che di preoccupazione. Perché sono oltre due anni che questa situazione, almeno in campionato, va avanti. Senza, oltretutto, che si siano mai visti segnali di crescita. La Roma. di fatto, è sempre stata la stessa. Una conferma incontrovertibile arriva anche dai numeri. I primi due campionati griffati Special One sono stati identici nei punti finali (63) e nei risultati: 18 vittorie, 9 pareggi, 11 sconfitte. Il terzo e a quanto pare ultimo campionato con Mou in panchina visto che la società fin qui non ha dato il minimo segnale di voler proseguire con il portoghese al timone, è cominciato con la stessa tendenza, 5 vittorie, 2 pareggi, 4 SCON fitte, per un totale di 26 ko in 87 gare, in pratica uno ogni tre partite e mezza più o meno.
Si continua a dire, come prima tesi difensiva, che la rosa giallorossa è corta. Falso. Semmai è fragile fisicamente, ma in questa terza stagione mister Mou, a parte i tre portieri, ha a disposizione cinque esterni difensivi, quattro centrali (più Kumbulla), sei centrocampisti, cinque attaccanti (più Abraham) con il nome meno importante che è quello di Bove. Il risultato è che questa è una Roma colpevole e nessuno si senta escluso, partendo dalla società, passando per il tecnico e finendo con i giocatori troppo spesso colpiti da fenomenite.
E adesso c'è il derby, ovvero la madre di tutte le partite. C'era un tempo in cui la stracittadina valeva tutto o quasi. Quel tempo dovrebbe essere lontano ma al contrario è anche molto vicino. Serve la Roma brutta, sporca e cattiva. Purtroppo non si può sperare mol. todi più. Se poi Mou e i suoi discepoli vorranno smentirci, saremo i primi a esserne felici.
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