Il trasferimento di Pjanic ha riacceso il fuoco della rivalità tra Roma e Juventus. L’unica consolazione è che stavolta non ci va di mezzo Capello, protagonista dei due “ratti” più noti della storia di Roma-Juve. Quarantasei anni fa, quando traslocò direzione Torino con Spinosi e Landini, il bis nel 2004 dopo la fuga alla Juve con Emerson e Zebina.
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C’eravamo tanto odiati: dopo la fuga di Capello è pax tra i lupi e le zebre
La novità è che di sgarbo stavolta non si tratta: la partenza del bosniaco in direzione Juventus fa davvero contenti tutti
Uno strappo che alimentò leggendarie fughe notturne a bordo di un’auto dello sponsor mai restituita. Leggende, appunto. Lui, Don Fabio, e Turone, incarnazione capitolina dell’ingiustizia sportiva, sono i nomi che hanno trasformato quella tra la Lupa e la metà bianconera della Mole in una contesa storica, quasi sociale, scrive Matteo Pinci su "Repubblica".
La novità è che di sgarbo stavolta non si tratta: la partenza del bosniaco in direzione Juventus fa davvero contenti tutti. Allegri che si prende il centrocampista che voleva, il calciatore, che va a guadagnare quasi un milione in più ogni anno, e la Roma, che in un colpo registra l’ennesima plusvalenza del quinquennio americano.
Roma e Juve non sono più quelle che ai tempi di Sensi e Moggi guerreggiavano urlandosi contro sospetti e accuse, dai Rolex in giù. Oggi Pallotta e Agnelli sono compagni di viaggio in Lega, dove incarnano un saldissimo fronte anti-Infront e anti-Lotito..
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