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C’era una volta Totti. Oggi talenti (e bidoni) servono a fare cassa

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Quello di oggi è il club di Mourinho, di Bove e di Pellegrini, ma anche degli 81 milioni di euro incassati vendendo giocatori che forse oggi sarebbero potuti tornare utili alla causa giallorossa
Redazione

C'erano una volta Francesco Totti e Daniele De Rossi. E prima di loro Agostino Di Bartolomei, Giuseppe

Giannini e Bruno Conti, scrive Marco Juric su La Repubblica. C'era una volta un'idea di calcio che la Roma, al pari degli altri club orfana del decreto Crescita e dello sconto sugli acquisti dall'estero, dovrà rispolverare e potenziare se vuole restare competitiva. Perché quello di oggi è il club di Mourinho, di Bove e di Pellegrini, ma anche degli 81 milioni di euro incassati vendendo giocatori che forse oggi sarebbero potuti tornare utili alla causa giallorossa. Ecco la "Roma dei se". Quella della Primavera vincente, dei talenti ceduti prematuramente, dei giovani calciatori utilizzati come pacchi postali e dei cartellini dei 18enni usati per sbloccare il mercato dei big. Ecco la formazione che la Roma, se non fosse stata obbligata a cedere i suoi giovani per e sistemare i conti, potrebbe schierare oggi. Otto anni di bilanci disastrati hanno impoverito il vivaio, utilizzato come mero strumento finanziario per fare calciomercato. Anche con Mou: tante le cessioni a fronte della promozione di Edoardo "cane malato" Bove, della fascia da capitano al braccio di Lorenzo Pellegrini e degli alti e bassi di Nicola Zalewski.

 

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