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La Repubblica

Cent’anni di Liedholm: bugie e magie del Barone eterno

Cent’anni di Liedholm: bugie e magie del Barone eterno - immagine 1
Del Liedholm allenatore si è detto e scritto di tutto, e sono sempre stati elogi e paroline al miele; dell’altro Liedholm, quello che raccontava di essersi tolto le tonsille da solo con un colpo di tosse invece qualcosa ancora sfugge

Redazione

 Uno come lui, oggi, se la comanderebbe con un filo di gas. Senza bisogno, cioè, di spingere forte sull’acceleratore, scrive Mimmo Ferretti su La Repubblica. Troppo un altro passo, troppo un’altra camminata. Troppo un’altra categoria, in campo e fuori. Troppo bravo. Troppo più bravo degli altri pallonari. Colleghi, giocatori, giornalisti, opinionisti, scappati da casa e morti di fama. Uno come Nils Liedholm oggi, riempirebbe le pagine dei giornali senza aprire bocca.

Uno come lui, del resto, teorizzava che nel calcio si gioca meglio in dieci contro undici, e c’è ancora qualcuno che gli va dietro. Uno come il Barone, 100 anni dalla nascita domani, in un mondo fatto di immagini e di immaginazione come quello attuale sarebbe un meme continuo, darebbe spazio e vita a qualsiasi fantasia grafica, farebbe la fortuna di chi si inventa frasi a effetto per far colpo sugli altri e un po’ anche su se stesso.

Liedholm non ha mai recitato: è sempre rimasto fedele alla propria natura di uomo del Sud nato per sbaglio in Svezia. Liddas è stato uno spettacolo di uomo, oltre che uno spettacolo di allenatore. Ecco perché parlare di lui soltanto in chiave tecnico-tattica, raccontare vittorie e trofei sarebbe fare un torto alla sua ironia, alla sua esagerata intelligenza, alla sua magia, alla sua straripante capacità di essere un personaggio unico nella storia del calcio.