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La Repubblica

Candela: “La Roma che vorrei deve osare molto di più”

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L'ex terzino giallorosso: "Quando manca un giocatore come Dybala, la squadra ne risente"

Redazione

In occasione della “Partita per la Pace”, nel ricordo di Diego Armando Maradona, domani sera i campioni del mondo del 2006 tornano in campo all’Olimpico, scrive Andrea Di Carlo su La Repubblica. Il ricavato della serata sarà devoluto ai programmi gratuiti della Fondazione Scholas. Tanti i campioni presenti, non solo quelli azzurri. Tra questi c’è Vincent Candela.

Il calcio e la Roma rimangono il suo grande amore. Si aspettava il ko al derby? "No, sinceramente no. Ero allo stadio, è una partita che senza errori finisce 0-0. Purtroppo abbiamo regalato il gol, però mi aspetto di vedere più occasioni, invece ho visto pochi tiri, troppi palloni orizzontali, nessuno che si prende il rischio o prova un dribbling. Ma vorrei dire una cosa su Ibanez…. È vero, a volte perde un po’ di concentrazione. Ma io non ho dubbi: ha tutte le potenzialità per diventare uno dei più grandi difensori".

Che idea si è fatto della Roma? In città il dibattito è più che mai vivo sul gioco di Mourinho. "Ma Mourinho fa giocare i giocatori che ha, Guardiola gioca bene perché ha dei giocatori molto tecnici. Si può fare meglio, però per avere un bel gioco devi avere anche grandi giocatori. Non esistono miracoli nel calcio. Dico anche che, senza gioco, non avrebbe vinto la Conference. Poi con gli infortuni diventa ancora più dura".

Se l’aspettava una Roma così dipendente da Dybala? "Non si tratta di dipendenza. Quando giocavo io, con Zidane o con Totti in campo, il pallone lo davi a loro. Parliamo di un giocatore con un livello tecnico e una velocità di pensiero superiore. Qui si vede che ha ritrovato la felicità e il feeling giusto. E quando manca un giocatore così, la squadra ne risente".