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I corteo notturno con i caschi. Le mazze ferrate ritrovate a piazza Mancini. Poi la rissa sfiorata a Ponte Milvio, dove un tifoso della Roma è stato aggredito al termine della partita mentre tornava a casa in sella alla sua moto, scrive Marco Carta su La Repubblica. Finito a terra, a salvarlo sono stati altri tifosi laziali. Erano tanti i timori per il derby tra Lazio e Roma dopo gli incidenti dello scorso aprile, conclusi con 5 arresti e 13 agenti feriti. Per questo ieri l'area intorno allo stadio Olimpico è stata completamente blindata. Oltre mille agenti, coaudiuvati da carabinieri, guardia di finanza e polizia locale a garantire la sicurezza con un obiettivo chiaro:impedire agli ultras delle due squadre di entrare in contatto. E così, ognuno è rimasto nel proprio quartier generale. A Ponte Milvio i supporter della Lazio hanno esposto uno striscione in memoria di Charlie Kirk, l'influencer trumpiano assassinato una settimana fa: "La ragione non si uccide. Rip Charlie Kirk". Ai rivali, invece, hanno rivolto un altro striscione: "Asr: Nati da un accordo, come Israele nel '48". I romanisti, come di consueto, si sono invece ritrovati nell'area del Lungotevere a ridosso di Ponte Duca d'Aosta, dove sono comparsi numerosi manifesti di sostegno al presidente della Lazio: «Lotito Resisti». Tra sfottò, petardi e fumogeni, però, a piazza Mancini, storica roccaforte del gruppo Fedayn, poche ore prima della partita la polizia ha scoperto anche un piccolo arsenale: mazze, bastoni, aste di plastica rinforzate con chiodi e lame per fronteggiare un eventuale scontro. Che non c'è mai stato, nemmeno quando domenica mattina, poco prima dell'alba, un gruppo di ultras giallorossi, con i volti coperti dai caschi, ha dato vita a una sorta di corteo da lungotevere Oberdan.
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