L'ultimo contatto diretto risale alla settimana prima del lockdown. Poi, più nulla. Anche a Boston ormai si sono arresi: la trattativa tra Pallotta e Friedkin per la cessione della Roma è saltata, scrive Matteo Pinci su "La Repubblica". Almeno alle condizioni che erano state impostate tra l'autunno e l'inverno. Il motivo è semplice: automotive, entertainment e turismo di lusso, i tre pilastri sui quali ha costruito il proprio impero, sono probabilmente i settori più colpiti dal dilagare del virus.
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Ovviamente tutto ciò non esclude che la situazione possa riaprirsi, visto che l'interesse di Friedkin era concreto. Le condizioni però andrebbero riscritte da capo o quasi. I conti dell'ultima semestrale sono pesanti, anche se prevedibili: all'indebitamento di 278 milioni si aggiungono le perdite, stimate in fortissimo rialzo al 30 giugno. Per questo, Zaniolo e Pellegrini non sono più incedibili. Quando inizierà il prossimo mercato la Roma sarà costretta a valutare eventuali offerte. Ma se riuscirà a resistere lo farà: l'idea è aspettare che il prezzo dei gioielli torni a salire.
Il piano del club piuttosto sarebbe dare stabilità alla rosa. Ma a patto di riuscire a vendere i 15 giocatori in esubero: il più nobile è Under, il più caro Pastore. In ogni caso la ricerca di soluzioni alternative a Friedkin è iniziata, un intermediario dalla dubbia credibilità si è mosso per avvicinare il mondo arabo, dove la flessione del greggio non ha intaccato le disponibilità.
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