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La Repubblica

Arbitraggio e rosa corta: gli alibi di Mourinho

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Il disco del tecnico è incastrato da settimane sulle stesse note che decide di ripetere dopo ogni partita

Redazione

“Non è la stagione per i nostri obiettivi. Non siamo da quarto posto ma lotteremo per arrivarci“. Arbitri e rosa non competitiva. Il disco di José Mourinho è incastrato da settimane sulle stesse note che decide di ripetere anche dopo la sconfitta della sua Roma a Venezia (3-2), scrive Francesca Ferrazza su La Repubblica. Dando la sensazione questa volta di andare in completa confusione anche nelle dichiarazioni. “Non penso che la rosa della Roma sia meglio di quella dell’anno scorso – spiega il portoghese – il nostro è stato un mercato reattivo, non di rinforzi, abbiamo perso giocatori d’esperienza. Bruno Peres e Juan Jesus sarebbero stati utili, in panchina come terzini c’erano solo Reynolds e un Primavera…". E fa strano sentire il tecnico giallorosso rimpiangere Juan Jesus, andato via dalla capitale svincolato, con il contratto scaduto a fine giugno, così come Bruno Peres, quando lo Special One era già allenatore della Roma. Anche perché a Trigoria c’è Fazio, fuori rosa e mai preso in considerazione. “Dire che il 4° posto è il nostro obiettivo non significa che siamo da 4° posto – precisa Mou – io non ho mai detto che siamo una squadra da 4° posto, ma dirò fino all’ultima partita che il 4° posto è l’obiettivo per cui lottare. I due terzini oggi in panchina erano Reynolds, che ha fatto 2/3 partite in Serie A, e Tripi che è della Primavera. Il portiere è stata una scelta iniziale, il terzino sinistro è stato reattivo, così come Tammy (Abraham, ndr). Gli altri giocatori sono dello scorso anno. Ho un contratto di 3 anni questa può essere una stagione di dolore ma sarà molto importante per capire qualcosa che non ho capito prima di arrivare. Ora capisco di più rispetto a 2-3 mesi fa”.