(Il Romanista - F.Bovaio) Come era giusto che fosse Zeman ricomincerà la sua avventura in serie A con la Roma, su quella panchina che gli è rimasta nel cuore più di tutte le altre.
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Zeman ricomincia da tre…cento
(Il Romanista – F.Bovaio) Come era giusto che fosse Zeman ricomincerà la sua avventura in serie A con la Roma, su quella panchina che gli è rimasta nel cuore più di tutte le altre.
Sarà bello ritrovarlo fra noi con il giallorosso addosso alla prima giornata del prossimo campionato, che coinciderà con la sua presenza numero 301 nella massima serie, nella quale si era fermato a 300 gare tonde tonde con un bilancio di 115 vittorie, 91 pareggi e 94 sconfitte, con 505 gol segnati dalle sue squadre e 427 subiti. Di tutte queste 300 partite, ovviamente, ricordiamo benissimo le 68 disputate con la Roma nei campionati 1997- 98 e 1998-99. Gare intense e sempre improntate ad un unico credo: la ricerca della vittoria attraverso il bel gioco.
Il motivo principale per cui Zeman piace alla gente. Questione di mentalità in un calcio italiano che è sempre più arroccato sulla difensiva, pronto a sfruttare più le lacune dell’avversario che ad imporre i propri meriti. Ma ora cominciamo a riavvolgere il nastro dei ricordi, che ci riporta ad un tempo in cui eravamo ancora giovani e speranzosi cronisti al seguito della Magica, per raccontarvi i numeri di questo signore boemo di sessantacinque anni il cui ingaggio ha riportato entusiasmo nel popolo giallorosso e fatto rosicare terribilmente quelli che stanno dall’altra parte del Tevere, visto che lui è l’unico protagonista del nostro calcio universalmente amato nella nostra città. L’arrivo, gli esordi e il quarto posto
A consigliare Zeman a Franco Sensi fu Nils Liedholm, che dopo aver chiuso il suo quarto e ultimo ciclo sulla panchina della Roma l’1 giugno del 1997 assunse la carica di Consigliere Tecnico personale del presidente. Al Barone piacevano le squadre che giocavano la palla senza buttarla via alla "viva il parroco" e per questo era intrigato dalle idee di quel mister venuto dall’Est. Quale miglior imprimatur avrebbe potuto avere Zeman presso la folla giallorossa se non l’essere il tecnico indicato da Liedholm come suo successore? E Sensi, che del Barone si fidava ad occhi chiusi, lo ingaggiò ben prima della fine del campionato. Tutto si seppe ad inizio maggio e il giorno 7, raggiunto a Fiumicino da una miriade di giornalisti, Zeman mostrò il suo solito finto distacco chiedendo sarcasticamente: «E chi è arrivata? Claudia Schiffer?». La gente fu entusiasta della scelta operata dalla società e il giorno della presentazione della squadra si riversò in massa a Trigoria, per poi invadere il campo di allenamento e costringere i giocatori al fuggi fuggi generale. Lo stesso entusiasmò si riscontrò nel ritiro estivo e nelle prime partite vere, alle quali la Roma di Zeman si presentò alla grande.
Alla prima di campionato, disputata il 31 agosto del ’97 al Comunale di Firenze contro l’Empoli (che aveva dovuto traslocare nel capoluogo poiché i lavori di ampliamento del suo stadio non erano ancora terminati) vinse 3-1 con il gol di Delvecchio (che divenne così il primo marcatore dell’era zemaniana) e la doppietta di Balbo. All’esordio all’Olimpico, avvenuto la sera del 3 settembre, sconfisse 5-3 il Verona in Coppa Italia con i gol di Balbo, Aldair e Di Francesco e la doppietta di Di Biagio. Due vittorie in altrettante partite con 8 gol segnati e 4 subiti. Un buongiorno dal quale si vide subito cosa sarebbe stata la Roma di Zeman, che chiuse quel campionato 1997-98 (ancora a 18 squadre e non a 20) al quarto posto con 59 punti dietro Juventus- Inter e Udinese con 16 vittorie, 11 pareggi e appena 7 sconfitte, 67 gol segnati e 42 subiti. Polemiche, arbitri e addii Nel ritiro estivo del 1998 Zeman partì all’attacco del marciume che c’era nel calcio italiano parlando di doping e finanziarie e da quel giorno in molti giurarono di fargliela pagare. Così la stagione 1998-99 fu resa molto amara alla sua Roma, che incappò in talmente tante sviste arbitrali a suo danno da non poterla indurre a non pensare male. Su tutte vogliamo ricordare il rigore che le costò la sconfitta a Udine decretato nonostante il fallo di Aldair fosse avvenuto nettamente fuori area e il rigore non concessole a Torino contro la Juve per il fallo su Gautieri.
La Roma arrivò comunque quinta con 54 punti, frutto di 15 vittorie, 9 pareggi e 10 sconfitte, 69 reti segnate e 49 subite. Sia in Coppa Italia che in Coppa Uefa arrivò agli ottavi e Zeman chiuse la sua prima avventura in giallorosso il 23 maggio del 1999 vincendo, di goleada, a Vicenza: 4- 1 con i gol di Delvecchio, Gautieri, Paulo Sergio e Fabio Junior. L’addio fu sancito il 4 giugno del ’99 dopo un totale di 86 partite ufficiali tra campionato e coppe con 39 vittorie (pari al 45,3% del totale delle gare giocate), 26 pareggi (il 30,2%) e 21 sconfitte (il 24,4%), con 164 gol segnati (per una media di 1,90 a partita) e 115 subiti (1,33 a gara). L’avventura in giallorosso di Zeman è ricominciata il 4 giugno del 2012. Tredici anni dopo quel triste e doloroso addio che oggi sappiamo fu solo un semplice arrivederci
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