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Zeman: “Non vedo le mie idee”

(Il Romanista – F.Cassini) – Non può essere soddisfatto della sua Roma, anche se forse questa non è ancora la sua Roma. Zdenek Zeman si presenta davanti alle telecamere con sguardo fermo, nonostante la peggiore serata della sua...

Redazione

(Il Romanista - F.Cassini) - Non può essere soddisfatto della sua Roma, anche se forse questa non è ancora la sua Roma. Zdenek Zeman si presenta davanti alle telecamere con sguardo fermo, nonostante la peggiore serata della sua gestione sia finita da pochi minuti, e non vuole sentir parlare di dare la colpa a qualcuno: «Abbiamo cercato di fare la partita e non ci siamo riusciti fin dall’inizio.La Juventus ci è stata nettamente superiore per tutta la partita e noi non abbiamo fatto bene. Si è vista una squadra che non si è difesa né ha attaccato, ma è rimasta sempre in balia dell’avversario». Una delle domande che si sono posti tifosi e addetti ai lavori assistendo ai risultati altalenanti dell’avvio di stagione è se effettivamente il gruppo che Zeman ha a disposizione sia compatibile con l’idea di calcio del Boemo: «Sì che lo è - afferma il tecnico -. Il problema è trovare il gioco, il filo del gioco: se i difensori non salgono e gli attaccanti restano bloccati, in mezzo al campo si crea un buco e la fase offensiva diventa complicata. Se non giochi in velocità e in verticale, i risultati non si vedranno mai. Dobbiamo ancora lavorare. Questa è stata una partita molto brutta, ma c’è anche da dire che prendere tre gol in sette minuti è una batosta che abbatterebbe chiunque».

Nella notte da incubo dello Juventus Stadium si è vista una differenza piuttosto netta fra le due squadre in campo: non è che a Zeman è venuto il dubbio che le sue idee del calcio possano essere superate? La risposta del Boemo è micidiale: «Quando vedrò la squadra giocare con le mie idee, lo potrò dire. Oggi (ieri, ndr) ho visto molto poco di quello che proviamo e per cui lavoriamo in settimana, il mio unico timore è proprio che non riusciamo a esprimere tutto quello che facciamo». Ancora a secco di gol Mattia Destro (nonostante abbia procurato il calcio di rigore, è stato Osvaldo ad andare sul dischetto), a secco Totti, non pervenuto Lamela: la domanda è sempre la stessa, davvero gli attaccanti che ha a disposizione hanno le caratteristiche per andare in profondità? «Io penso che ce le abbiano - ribatte il tecnico -. Totti ha fatto il centravanti per quattordici anni con tanti allenatori, ma è un attaccante ed è normale che si debba esprimere nei sedici metri. Ha una posizione un po’ defilata per cui abbiamo preparato l’entrata del terzino e del centrocampista, anche se oggi non l’abbiamo mai fatta».

Nessun rimpianto per la scelta di tornare a Roma:«Sono contento di essere qui e resto convinto che la squadra riuscirà a esprimersi. Una partita così ci deve insegnare molto, la squadra si rende conto di aver fatto male: non abbiamo vinto un contrasto, non siamo mai entrati con decisione sulla palla, abbiamo sempre lasciato giocare la Juve. Le situazioni difensive? I difensori devono salire. Prendere il riferimento se siamo in superiorià numerica, ma a palla persa devono salire». Dopo la sostituzione Totti è andato a sedersi in panchina accanto al tecnico, «ma non ci siamo detti niente. È uscito perché pensavo che la partita non fosse più recuperabile». Della Roma non gli è piaciuto niente:«Non abbiamo difeso né attaccato, una partita così è anche difficile da commentare, ci siamo arresi troppo presto. Spero che sia questione di tempo, io penso che quasta squadra abbia dei valori. Con il pallone non sappiamo cosa farci. Forse mi sto spiegando male. La squadra deve assorbire la sconfitta di stasera come un insegnamento: le qualità ci sono, dobbiamo solo mostrarle».