rassegna stampa roma

Zeman e la società, l’incontro

(Il Romanista – C.Zucchelli) – Si sono visti per parlare e parlarsi. Come fanno sempre, praticamente ogni giorno. Anche se stavolta era più importante di altre. Perché la Roma (nel caso Baldini, Sabatini e Fenucci) e Zeman dovevano...

Redazione

(Il Romanista - C.Zucchelli) - Si sono visti per parlare e parlarsi. Come fanno sempre, praticamente ogni giorno. Anche se stavolta era più importante di altre. Perché la Roma (nel caso Baldini, Sabatini e Fenucci) e Zeman dovevano chiarire quello che era successo domenica pomeriggio. Non tanto l’esclusione di De Rossi, Osvaldo e Burdisso - la società, così come con Luis Enrique un anno fa, non entra nel merito delle scelte tecniche - quanto piuttosto le parole pronunciate dopo. Perché Zeman prima alle tv e poi in sala stampa non è andato leggero e quindi la Roma voleva valutare, capire, comprendere. Così ha fatto. Zeman ha ribadito quello che a Sabatini e Baldini era parso chiaro fin dall’inizio: non intendeva accusare i giocatori di scarso impegno o poca professionalità, intendeva dire che non li aveva visti in quella settimana (e non sempre, e questo è un passaggio fondamentale) dare il 110%. E per lui in campo va solo chi durante gli allenamenti mostra grinta, cattiveria e, per dirla con una parola tanto cara al ds, ferocia. Non esistono titolari e non esistono intoccabili per il nome, è stato il messaggio lanciato da Zeman dopo Roma-Atalanta. E i dirigenti lo sapevano, considerando che durante la riunione post ko di Torino avevano posto l’accento proprio su questo. Non solo: Zeman si aspetta che, soprattutto i giocatori più esperti, anche quando magari sono costretti a qualche sacrificio tattico (De Rossi interno, Osvaldo non centrale ma sulla fascia) diano comunque il massimo proprio perché hanno le potenzialità per poterlo fare.

La società, come era scontato, è accanto al tecnico. Ma al tempo stesso è accanto a De Rossi e Osvaldo (quello di Burdisso è un caso a parte e poi l’argentino è l’unico dei tre che è a Trigoria e ha modo di parlare col boemo) che adesso sono in nazionale e che quando torneranno al Bernardini avranno un confronto sia con la società che con l’allenatore. Per adesso sono con l’Italia e giustamente pensano a quello. Considerando che entrambi tengono tanto alla maglia azzurra e considerando che in ballo ci sono le qualificazioni per un Mondiale, quello del 2014, che è un obiettivo per tutti e due. Sia De Rossi sia Osvaldo domani contro l’Armenia giocheranno dal primo minuto e la speranza è che possano fare bene per Prandelli e anche per tornare poi a Roma carichi e con le giuste motivazioni, quelle che la Roma si aspetta da due giocatori che vengono considerati fondamentali dal punto di vista tecnico e carismatico. Quando saranno a Trigoria i dirigenti gli parleranno anche se, da uomini di campo quali sono tutti quelli coinvolti in questa storia, sperano che il lavoro quotidiano rimetta le cose a posto senza bisogno di altri chiarimenti.