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Zeman: «Cresceremo ancora»

(Il Romanista – M.Macedonio) Imperturbabile a bordo campo e imperturbabile anche quando si presenta ai microfoni di Sky e più tardi in sala stampa.

Redazione

(Il Romanista - M.Macedonio) Imperturbabile a bordo campo e imperturbabile anche quando si presenta ai microfoni di Sky e più tardi in sala stampa.

Ancora una volta non tradisce la minima emozione, Zdenek Zeman, nemmeno l’abbozzo di un sorriso, ma non c’è ovviamente da stupirsi. E’ così che lo conosciamo da sempre. Ci pensano gli altri, a cominciare dai tifosi, ad esultare per un risultato che vede la Roma ripartire dallo stesso 3-1 con cui aveva vinto l’ultima sfida contro l’Inter a San Siro nell’aprile del 2007, quando costrinse i nerazzurri a rinviare la festa dello scudetto. Non gli era piaciuta la squadra la scorsa settimana, gli ricordano dallo studio. E allora, come avviene una rigenerazione in così pochi giorni? «Abbiamo fatto una buona partita – ammette il tecnico. – La squadra ha voluto fare da subito la partita contro l’Inter e ha fatto bene. Il risultato deve darci la convinzione per fare ancora bene le partite che verranno, anche se abbiamo margini di miglioramento».

Una Roma che è apparsa più vulnerabile quando ha rallentato i ritmi e certamente più pericolosa quando ha giocato in velocità e ha cercato le verticalizzazioni. «Lo abbiamo fatto solo a tratti – continua il tecnico – perché quando i giocatori cominciano a passarsi la palla sul posto danno la possibilità all’avversario di ripartire. Ma siamo solo alle prime partite e dovremo imparare proprio da queste cose». Quanta soddisfazione le ha procurato – insistono dallo studio di Sky - quello striscione nella curva dell’Inter (“Onore a Zeman, icona di un calcio pulito”)? Un riconoscimento, gli fanno notare, da parte di chi evidentemente solidarizza con le posizioni ideologiche e “filosofiche” del tecnico boemo. «Posso ringraziare quelli che l’hanno messo – risponde ancora Zeman. - Spero che anche tanti altri credano in uno sport e in un calcio puliti».

Francesco Totti – gli dicono - sembra non aver mantenuto le consegne date in occasione della gara con il Catania, quando era rimasto a lungo fuori dal gioco. Strasera ha giocato a tutto campo, da regista arretrato come da punta: una prestazione straordinaria, la definiscono dallo studio. «Francesco ha fatto precisamente quello che doveva fare e che avevamo concordato di fare. Lui è un grande giocatore, e noi sfruttiamo le sue capacità. Ha cominciato a giocare tra le linee e da lì troverà sempre spazio per fare la giocata. E poi, non voglio parlare più di Totti ». Ciò che ha pagato è stato soprattutto aver puntato sui giovani.

In particolare, su Florenzi e Marquinho, preferendoli a Pjanic. Ed entrambi hanno risposto con il gol. «Pjanic non stava bene per problemi muscolari avuti in settimana. Sapete che mi piace un centrocampo che aggredisce, riparte e cerca spazi. Loro sono due giocatori che possono farlo. L’altra settimana Marquinho non ha fatto bene, in quella posizione di esterno, ma questa settimana gli è riuscito». Un lavoro, quello del tecnico, che ha sempre guardato alla valorizzazione dei giocatori. Si guardi agli Insigne o ai Verratti, avuti a Pescara. Che vanno però protetti, gli rammentano, se non si vuole che gli sceicchi se li portino via. Almeno fino a quando “i pozzi di petrolio non si prosciugheranno”. «Florenzi – sottolinea il tecnico – è stato già diversi anni a Roma. L’anno scorso ha fatto bene a Crotone, segnando anche undici gol, è bravo sia nella fase offensiva che in quella difensiva, e ha anche ampi margini di miglioramento. Dietro, ho poi tanti altri ragazzi giovani, penso ai due centrali, Romagnoli e Marquinhos, che possono fare i difensori per altri dieci anni».

La Lazio, gli dicono, è a punteggio pieno. Si annuncia quindi un bel derby. «Io penso alla Roma. Quando arriverà il derby penserò anche a quello. Mi sembra che la prossima volta giocheremo con il Bologna e non con la Lazio». Gli sono state risparmiate domande sulla Juve – gli fanno notare – ma non quella se si sia incontrato e salutato con Moratti, che ha confermato, prima della partita, la sua voglia di portarlo a San Siro negli anni scorsi. «Alla Juve potete fare i complimenti – dice Zeman - visto che ha vinto alla grande a Udine. Quanto a Moratti, non l’ho visto, evidentemente era già nello spogliatoio. Posso però ringraziarlo per le parole che ha speso nei miei confronti».

Tutto come previsto, dunque, al termine di una gara vinta in questo modo? «Tutto no, perché in una partita si gioca e si sbaglia anche. Abbiamo anche fatto tanti errori. E sofferto i due mesi di preparazione, che sono stati duri e difficili. Sono però contento di come i giocatori sono scesi in campo. Il nostro centrocampo è stato più mobile rispetto a quello dell’avversario. E penso che la partita si sia decisa lì».