rassegna stampa roma

Tutto il mondo all’Olimpico

(Il Romanista – D.Galli) – Quindici ragazzi diversamente abili ospiti della Roma in Tevere Parterre per quella meravigliosa santa alleanza tra la Fondazione Sandri e MyRoma, ventidue maglie contro il razzismo e l’antisemitismo,...

Redazione

(Il Romanista - D.Galli) - Quindici ragazzi diversamente abili ospiti della Roma in Tevere Parterre per quella meravigliosa santa alleanza tra la Fondazione Sandri e MyRoma, ventidue maglie contro il razzismo e l’antisemitismo, cinquantamila sugli spalti, qualche centinaio di milioni alla tivvù dalla Bosnia di Pjanic all’Argentina di Lamela e Gago.

E la Sud nuda e pura come il suo canto. Sarà un derby decisamente speciale. Ore 12, dentro tutti. Aprono i cancelli. Tra abbonati e chi è riuscito a comprare un biglietto - riuscito: la Tevere è riservata per volontà supreme a pochi intimi, la preziosissima Monte Mario costa 110 euro - il botteghino romanista conta oltre 50 mila presenze. Tra queste, quindici sono diversamente abili. Speciali. D’oro. La Roma ha regalato loro l’ingresso in Tevere, la regia è congiunta: MyRoma, l’azionariato popolare giallorosso e la Fondazione Sandri. Giorgio, il papà di Gabbo, sarà in tribuna con loro. Con i ragazzi speciali. D’oro. Sarà una delle due gocce nel mare della discriminazione. La seconda la verseranno Roma e Lazio, che hanno aderito all’iniziativa partorita da Assemblea Capitolina e Comunità Ebraica. I giocatori scenderanno in campo indossando una maglia, che è uno slogan, che è un messaggio di pace: "No al razzismo e all’antisemitismo". (...)

Tutto esaurito, tranne la Tevere. E compresa la tribuna stampa. Sono circa 600 gli accrediti concessi tra giornalisti, tecnici televisivi e fotografi. Il derby sarà trasmesso in diretta con commentatori sul posto in Germania, Francia, Irlanda con Mr Richard Whittle, il padre di The king of Rome is not deade in tutto il mondo arabo con Al Jazeera. Mentre la carta stampata parlerà anche bosniaco. E poi c’è la Sud, senza coreografie alla faccia dello Stato di polizia, del Moloch che divora le curve pretendendo di autorizzare tutto, pure la libertà d’espressione. È l’ultimo fiero avamposto del tifo libero. O più semplicemente è l’ultimo baluardo. Quello dell’essere.