(Il Romanista - P.A.Coletti) -«La Roma deve trovare giocatori funzionali al progetto». Il giorno dopo il derby, con il morale dei romanisti sotto i piedi, con la gente che si chiede se Luis Enrique deve restare, a dare qualche certezza è Arrigo Sacchi. E lo fa al "Romanista".
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Sacchi: «Luis deve restare»
(Il Romanista – P.A.Coletti) – «La Roma deve trovare giocatori funzionali al progetto». Il giorno dopo il derby, con il morale dei romanisti sotto i piedi, con la gente che si chiede se Luis Enrique deve restare, a dare qualche...
Sacchi, ovvero l’allenatore rivoluzionario per definizione. Quello che ha cambiato il calcio in Italia, quello che ha da subito seguito con interesse le nuove idee del tecnico giallorosso. È andato a conoscerlo già nel ritiro di Brunico. Lo ha studiato, analizzato e gli è piaciuto, tanto da erigerlo a esempio da seguire. Anche adesso che le cose stanno andando male? Cosa sta sbagliando Luis Enrique?Errare humanum est. Luis Enrique paga il fatto di essere spagnolo e quindi di non conoscere a pieno il nostro campionato. Io rimango fermamente convinto che la dirigenza della Roma, quando ha deciso di prendere lui, ha fatto la scelta giusta. Una decisione coraggiosa e all’avanguardia, sicuramente la migliore che potesse fare.
Dunque il progetto giallorosso continua a piacerle?Quello che a Roma si sta cercando di fare è un qualcosa che esce dall’anonimato del calcio italiano, e per questo è lodevole.
Ad oggi la Roma però occupa il sesto posto in classifica, ha solo 38 punti, distante 10 lunghezze dal terzo posto. È evidente che qualche cosa non stia andando per il meglio. Quando la dirigenza giallorossa ha scelto di intraprendere questa strada sapeva benissimo che per raggiungere dei risultati, sia dal punto di vista delle vittorie sia da quello del gioco, della tattica, ci sarebbe voluto del tempo. Ed io ve lo confermo, ci vuole tanto tempo. Luis Enrique ne ha bisogno, non so se ci riuscirà, ma la strada intrapresa è quella corretta. (...)
Ci vuole tempo, ma i tifosi sembrano spazientirsi. Si può quantificare questo tempo?Questo non lo so. Posso dirvi però che io, in qualità di dirigente federale, mi auguro vivamente che la Roma vada sempre meglio e che riesca a raggiungere gli obiettivi che la società si è prefissata. La buona riuscita del progetto giallorosso amplierebbe la cultura calcistica italiana, portando una ventata di gioco generoso, offensivo e spettacolare. Una vera e propria medicina per il nostro calcio. In un movimento dove si guarda solo ed esclusivamente al risultato, anche nei settori giovanili, e non si dà importanza alla crescita dei singoli calciatori, all’insegnamento della tattica offensiva e al gioco di squadra.
Baldini, appunto, è tornato in giallorosso dopo tanti anni e l’esperienza in Inghilterra al fianco di Capello. Qual è la sua opinione sul dg romanista? Lo ritengo un grandissimo professionista. È sicuramente uno dei migliori, se non il migliore nel suo ruolo. Ha delle ottime idee e grande coraggio. È un futurista. (...)
Quindi i giocatori di adesso non hanno entusiasmo? Non dico questo. L’entusiasmo è come la voglia di giocare, ce l’hanno tutti. Però ci sono quelli che ne hanno di più degli altri.
De Rossi dopo il derby ha dichiarato che a questa squadra servono dei campioni. Quando parlava di funzionalità al progetto si riferiva all’esigenza di acquistare giocatori affermati? Un giocatore funzionale al progetto non significa che per forza di cose sia anche un campione. Questo tipo di giocatori o si ha la fortuna di trovarseli già in casa o si devono acquistare. Vi faccio l’esempio del mio Milan. Va detto che io ebbi fortuna perché prima di me c’era stato Liedholm che aveva dato già una certa impostazione alla squadra. Io arrivai e mi accorsi che dovevo solo trovare qualche giocatore che mi potesse dare quello che mi serviva, non chiesi i più bravi ma i più funzionali. Alla fine dell’anno vincemmo lo scudetto, e non grazie ai campioni
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