rassegna stampa roma

“C'era una volta all'Olimpico”

(Il Romanista – M.Izzi) Lo confesso, non perdo l’occasione per assistere ad eventi che vedano protagonista Ennio Morricone, autore magistrale che fa parte di quanto di meglio ha espresso il panorama musicale italiano nell’ultimo secolo.

Redazione

(Il Romanista - M.Izzi) Lo confesso, non perdo l’occasione per assistere ad eventi che vedano protagonista Ennio Morricone, autore magistrale che fa parte di quanto di meglio ha espresso il panorama musicale italiano nell’ultimo secolo.

Il 4 marzo 2011 ho assistito alla conferenza- dibattito tenuta alla Casa del Cinema per la presentazione dell’edizione in Blu-Ray di “C’era una volta in America”, l’8 luglio al “Concerto con dedica” tenuto dal Maestro (che dirigeva il coro e l’orchestra di Santa Cecilia) nella Sala Santa Cecilia dell’Auditorium e domenica, per l’appunto, sempre presso l’Auditorium ma nella Sala Sinopoli, è stata la volta del concerto: “La grande musica per il cinema e … musica d’oggi”, che ha visto Morricone alla direzione dell’Orchestra Roma Sinfonietta. Due ore di grandissima musica con l’esecuzione da brividi di “Se questo è un uomo” (riproposta anche nei bis), per la voce recitante di Mariano Rigillo, il violino di Marco Serino e l’accompagnamento del soprano Salvina Maesano. Il programma ha regalato al pubblico (un sold-out praticamente scontato) anche le esecuzioni del “Tema di Deborah” per violino e orchestra (tratto dalla colonna sonora di “C’era una volta in America”) e “Mission” (con Carlo Romano all’oboe). Non da sottovalutare la disponibilità di Morricone a proporre alla propria città grandi eventi culturali, con un contenimento dei prezzi francamente eccezionale (a luglio, con 10 euro si poteva vederlo dal vivo, una cosa da non credere). Insomma, un grande concerto di uno dei giganti della musica … non basta. Mi scuserà il Maestro, ma per un giornale che si chiama Il Romanista non si tratta proprio di un particolare di poco conto ricordare che Ennio Morricone sia, sin dagli spalti di Campo Testaccio, un grande tifoso romanista. Proprio per Il Romanista, nel 2007, ebbi modo di assistere al bellissimo incontro tra Naim Krieziu e il grande Maestro, che lo aveva avuto, come suo idolo giallorosso da bambino. Nel recente libro-intervista “Lontano dai sogni” (Mondadori, 2010), Morricone non manca di ribadire questo suo amore.

Ad Antonio Monda che gli chiedeva se anche i suoi figli fossero tifosi giallorossi rispondeva: «Molto (…). Anche mia moglie lo è stata, e fin quando è venuta con me allo stadio tifava con grande passione. Ad ogni gol della Roma, saltava letteralmente, trascinando anche me. Solo nostra figlia è disinteressata di calcio». Sempre in quell’occasione, il nostro, rivelò di aver ricevuto anche una richiesta ufficiale per realizzare una musica per la squadra del suo cuore: «Il figlio di Viola, il presidente del secondo scudetto, mi chiese un inno, ma risposi che ce n’erano già due, e che amavo molto Grazie Roma scritta da Antonello Venditti». Se sulla fede giallorossa di Morricone sono stati versati fiumi d’inchiostro (memorabile anche un’intervista pubblicata dalla rivista ufficiale La Roma negli anni 80), più controversa è l’attribuzione della fede calcistica di Sergio Leone, con cui il Maestro ha avuto una formidabile partnership artistica. In passato qualcuno ha sostenuto che Sergio Leone avesse delle simpatie biancocelesti. Il particolare non mi tornava, anche perché avevo rinvenuto un articolo a firma di Aldo De Luca, pubblicato sul Messaggero il 30 maggio 1984. Nell’imminenza della finale di Coppa Campioni, il giornalista aveva contattato il grande regista per chiedergli cosa pensasse del match.

Leone non si era tirato indietro e aveva dichiarato: «Per me il Liverpool non esiste. Sono romanista incallito con moglie e figli che impazziscono per il calcio … mi auguro proprio che la Roma trionfi». Proprio nella giornata di domenica, in quell’inesauribile miniera del passato che è Porta Portese ho reperito una seconda testimonianza che conferma la fede giallorossa di Leone. Si tratta di un’intervista pubblicata sul numero 21 della quarta annata del periodico “Roma Mia” (18 novembre 1984). I tifosi romanisti della mia generazione ricorderanno perfettamente questo “free press”, come si direbbe oggi, che veniva distribuito all’Olimpico prima delle sfide della Lupa. Ebbene, a firma di Emma Viscomi viene pubblicata una lunga intervista a Sergio Leone, in cui si chiede anche conto del suo sodalizio con Morricone: «Ennio ed io eravamo compagni di scuola, poi ci siamo ritrovati a collaborare ed abbiamo stabilito un’intesa profonda sulle musiche che lui componeva e che io volevo utilizzare per i mie film. Non c’è bisogno che gli faccia leggere la sceneggiatura: gli spiego a voce le emozioni, i sentimenti che intendo rappresentare ed ecco pronta la colonna sonora giusta da diffondere mentre giro la scena». Cosa ancora più importante in questa intervista Leone si sente chiedere: «So che lei è tifoso della Roma ». Al che risponde: «Sono tifoso facendo finta di non esserlo. Ho un’accesa polemica in famiglia dove girano troppi romanisti. Io amo poco i tifosi sperticati. Preferisco gli sportivi, ragionano di più senza tirare in ballo la sfortuna, la perfezione propria contro la stupidità degli altri. Naturalmente ho la tessera e vado regolarmente all’Olimpico ».

Viene fuori inoltre che i giocatori preferiti da Leone erano Falcaoperché è un perfezionista mosso da una passione trascendentale per il calcio») e Cerezoriesce ad essere sempre sulla palla al momento opportuno. Ha una visione panoramica, totale del gioco, lo anticipa, in più segna»). Leone firmò anche una sua foto per il giornale con la seguente dedica: «A Roma Mia con tutto l’affetto. Sergio Leone». Morale della favola anche l’autore di C’era una volta in America era giallorosso…