(Il Romanista - D.Galli) - «Le pressioni mediatiche forti ci sono state. Pressioni piacevoli. Ma sono cessate quando ho annunciato alle parti interessate che io volevo restare». Non era una conferenza stampa qualsiasi, ma la conferenza. Quella in cui Daniele De Rossi raccontava la verità sul suo rinnovo, avvisando che il giorno in cui avesse deciso di andarsene, lo avrebbe annunciato lui stesso, mettendoci la faccia, «come è giusto e normale che faccia una persona di 30 anni». Era il 21 agosto e le sirene cantavano già da un paio d’anni nel vano tentativo di ammaliarlo. Vano perché De Rossi non ha mai chiesto di essere ceduto, perché la Roma non ha mai avuto intenzione di venderlo e se il matrimonio s’è rinnovato, nonostante Daniele da gennaio potesse mettersi d’accordo con chiunque per andarsene a parametro zero, è perché le voci finora sono rimaste sempre e solo quello. Voci, appunto. E le voci sono provenute e provengono sia dall’esterno, da fuori Italia, sia dall’interno, dal nostro Paese. Persino dalla nostra Nazionale. Fonti azzurre raccontano che Prandelli ha detto ai suoi collaboratori di essere convinto che, qualora dovesse partire, Daniele sceglierebbe Parigi.
rassegna stampa roma
Psg, Real, City, le sirene da non sentire
(Il Romanista – D.Galli) – «Le pressioni mediatiche forti ci sono state. Pressioni piacevoli. Ma sono cessate quando ho annunciato alle parti interessate che io volevo restare».
Voci, indiscrezioni, contano i fatti. Certo. Però i fatti sono che le sirene esistono, come ha ammesso lo stesso De Rossi. E se il Manchester City lo aveva corteggiato a lungo questa estate, il Psg ultimamente si sta esponendo in maniera forse persino spudorata.«De Rossi è sicuramente un buon giocatore, tra i migliori centrocampisti che ci sono, ma le transazioni non si fanno sui giornali e non abbiamo parlato con la Roma». Sono le parole di Nasser Al Khelaifi, il presidente del club parigino. Anche Ancelotti non ha fatto mistero dell’interesse della società francese: «De Rossi è un grande centrocampista e credo normale che sia stato accostato al Psg perché il Paris Saint Germain è uno dei pochi club che può spendere nel mercato, ma mi risulta che il mercato in questo momento sia chiuso. Se ne potrà parlare semmai a gennaio». Tra le sirene, il Psg è sicuramente la più insidiosa. Al secondo posto c’è il Manchester City.«È difficile che arrivi - aveva chiarito Mancini ad agosto - ma dall’alto della mia esperienza so che fin quando il mercato sarà aperto tutto può succedere, per qualsiasi giocatore». Non è successo, però il corteggiamento andava avanti già da un po’. «De Rossi è un grande giocatore, come Yaya Tourè, ma è ancora della Roma, una grande squadra. Non so se la lascerà». È sempre Mancini a parlare, otto mesi prima. Psg, City. E Real Madrid. Mourinho non ha mai nascosto l’ammirazione profonda per Daniele: «È uno dei pilastri della squadra ed uno dei migliori giocatori italiani». Prima della sua presentazione a Madrid - eravamo a fine maggio di due anni fa - si era preventivamente arreso: «Credo sia impossibile prendere De Rossi, perché la Roma sono Totti e De Rossi. Totti tra poco chiude la carriera e il suo testimone sarà preso da De Rossi. È romanista da sempre e penso che acquistarlo sia impossibile». Così è stato. Due anni dopo, Daniele è ancora un patrimonio giallorosso. Lo è nonostante queste maledette, fastidiosissime sirene.
© RIPRODUZIONE RISERVATA