rassegna stampa roma

Pjanic: «Qui a lungo». Borini: «La Sud è unica»

(Il Romanista – I. De Lillo) Chiamatela coincidenza o scherzo del destino, una semplice casualità o un segno della divina provvidenza, ma quei due giovani dal volto pulito, affamati di calcio e di vittorie, l’uno bosniaco, l’altro...

Redazione

(Il Romanista - I. De Lillo) Chiamatela coincidenza o scherzo del destino, una semplice casualità o un segno della divina provvidenza, ma quei due giovani dal volto pulito, affamati di calcio e di vittorie, l’uno bosniaco, l’altro italiano, sisono ritrovati insieme nella Capitale.

Miralem Pjanic e Fabio Borini, le due certezze giallorosse di oggi e del domani, si sono racccontati in un’intervista doppia alla rivista"La Roma". E’ pur vero che tutte le strade portano a Roma, ma curioso è come dalla Bosnia passando per la Francia, dall’Italia passando per l’Inghilterra, Pjanic e Borini si siano ritrovati a condividere la stessa maglia, nello stesso anno, nati entrambi negli Anni Novanta, diventati entrambi promesse per il futuro giallorosso. E così è scoppiato l’amore. Quella che lega sia Pjanic che Borini alla Roma è una vera ammirazione: «Non conoscevo il calcio italiano- ha detto Pjanic -. Sono rimasto favorevolmente impressionato da questa piazza. Spero di rimanere il più a lungo possibile». La chiave del magnetismo tra Roma e i due giocatori è sicuramente il calore dei tifosi: «Hanno dimostrato grande amore e fiducia nei nostri confronti - ha osservato Borini -. La Curva Sud è inimitabile». E Pjanic ha aggiunto che «i sostenitori giallorossi sono i più belli che ho avuto nella mia carriera, la Curva Sud è unica, qui sono incredibili, matti di calcio». L’azzuro da piccolo sognava Del Piero. Pjanic, Zidane. Modelli diversi che hanno fatto maturare in loro lo stesso amore per il calcio. Che per loro è soprattutto «divertimento». Una grande ambizione alimenta i loro programmi per il futuro: per Pjanic in scaletta c’è la volontà di «diventare uno tra i migliori giocatori al mondo», per Borini, un lupo solitario, il desiderio di «aprirsi di più al calore dell’ambiente e migliorare nella tecnica». Sentirisi parte di un progetto, appartenenti a una maglia che trasuda passione però, non basta per essere la bandiera della squadra e nomi come Totti e De Rossi sono per i giovani giocatori, inarrivabili, «merce rara» (Pjanic), perchè «essere bandiera significa nascere in quella città e rimanerci per sempre» (Borini). Che parolone "per sempre", eppure i due nonostante la giovane età non sono spaventati dal futuro che legge per loro grandi cose. Una battuta sul calcioscommesse completa il loro profilo: «Ho letto sui giornali - ha detto Pjanic -,questo non è sport, spero non ricapiti più» , «sono errori che si fanno - ha continuato Borini -, ma non mi riguardano». Giovani (come piace a Zeman), e volti puliti (come piace alla Roma), di un calcio che non può e non deve essere lasciato in mano a criminali. Insomma, due specchi riflessi della Roma che è e sarà.