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Osvaldo: «Credo alla Champions»

(Il Romanista – F.Cassini) – La Roma gli manca quasi quanto lui manca alla Roma, ma per rivederlo in campo non si dovrà aspettare ancora molto: «Torno tra quindici giorni».

Redazione

(Il Romanista - F.Cassini) - La Roma gli manca quasi quanto lui manca alla Roma, ma per rivederlo in campo non si dovrà aspettare ancora molto: «Torno tra quindici giorni».

Il presente indicativo unito al più rassicurante dei sorrisi sono il miglior esordio possibile per la lunga chiacchierata di Pablo Daniel Osvaldo nel salottino di Mondo Gol. Gilet nero sulla camicia a quadri, una fantasia di teschi sulla sciarpa, i soliti occhiali da vista rotondi e una chitarra a portata di mano, il numero nove che Luis Enrique aspetta di poter avere nuovamente a disposizione ha parlato di sé a tutto tondo, spaziando dalla sua vita a Roma fino ai sogni, quelli passati («fare il musicista») e quelli per il futuro («vincere i Mondiali»).

Non è il tipo da dire banalità, Osvaldo, e nemmeno da avere paura di dichiarare le proprie certezze: «La Champions? Credo che ci arriveremo - dice senza esitazioni -, altrimenti me ne rimanevo a casa. E al gol con il Lecce ci penso ancora: quando lo rifaccio un altro così?». Argentino per nascita, italiano per amore, il centravanti ha spiegato ancora una volta le ragioni della sua scelta: «Ci ho pensato un po’, ma mia moglie e mia figlia sono italiane e per me va bene così. Adesso sogno di andare agli Europei con la Nazionale e magari di vincere pure i Mondiali. Per una cosa così sarei disposto a tagliarmi barba, capelli, perfino un dito. Per lo scudetto manco lo dico, tanto lo vinciamo l’anno prossimo».(...)

Giocare con Totti è bellissimo, credo sia uno dei giocatori italiani più forti di sempre. Con Lamela non era successo niente, il giorno dopo eravamo a cena insieme De Rossi? Spero resti. Il mio idolo però era Batistuta, anche se non l’ho mai conosciuto». A convincere la Roma a investire su di lui l’ottima stagione disputata nell’Espanyol, che continua a seguire a distanza: «Faccio ancora il tifo per loro. Ma il calcio in Spagna è diverso, in un certo senso per gli attaccanti è più facile perché ci sono più spazi, pressano di meno. Cristiano Ronaldo? Bel giocatore, ma preferisco Messi». (...)