(Il Romanista - G.Dell'Artri) - Riecco Juventus-Roma. La partita delle partite, dagli anni 80, da Viola contro Agnelli, dall’Ingegnere contro l’Avvocato. E pure da prima. Forse, da sempre.
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Noi mai schiavi del risultato, loro di Moggi
(Il Romanista – G.Dell’Artri) – Riecco Juventus-Roma. La partita delle partite, dagli anni 80, da Viola contro Agnelli, dall’Ingegnere contro l’Avvocato. E pure da prima. Forse, da sempre.
La rivale più rivale, almeno per i romanisti. Perché nel frattempo gli juventini sono riusciti a farsi altri “amici”. Prima l’Inter e poi, è roba recente (vedi il gol di Muntari), il Milan. Eppure, anche se sono passati gli anni, anche se sono cambiati i protagonisti, Roma-Juventus (sì, si gioca a Torino ma è meglio scritto così) ha sempre un sapore particolare. C’è dentro tutto: ci sono stili differenti, c’è un modo quasi opposto di vedere il calcio, c’è il passato, c’è il presente, c’è qualsiasi cosa. A partire dai veri protagonisti: i giocatori. Domenica Totti e Del Piero si incontreranno per l’ultima volta da giallorosso contro bianconero. Non perché smettono con il pallone, ma perché a uno dei due non sarà concesso di vestire ancora la maglia per cui ha dato tantissimo. Quell’uno non è Francesco Totti, che della Roma sarà ancora il trascinatore e del quale di recente Luis Enrique ha detto: «È un calciatore di livello unico, non so come catalogarlo, come definirlo. (...)
Juventus-Roma è anche la partita tra le due società. Una alla ossessiva rincorsa dello scudetto, non quello di quest’anno che sarebbe più che comprensibile, ma quello del 2006 macchiato indelebilmente da Calciopoli. L’altra che vuole portare a tutti i costi un modo vincente ma diverso di vedere il calcio. Lontano anni luce dalle beghe del nostro pallone. Come la lite recentissima in Lega per scegliere quando recuperare la giornata di campionato rinviata per motivi tragici e che ha provocato la reazione sdegnata e furente di Baldini. Juventus-Roma è anche (forse soprattutto) la partita dei tifosi. Intesa come differente modo di vivere una passione. Da una parte chi, di fronte alle sconfitte, lancia i cori per Luciano Moggi, dall’altra chi conia lo slogan “Mai schiavi del risultato”. Che vale sempre, anche stavolta. Anche se stavolta in palio, oltre ai tre punti, c’è la possibilità di essere (di nuovo dopo la Primavera) i primi a vincere nel loro stadio togliendogli probabilmente anche lo scudetto
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