rassegna stampa roma

Nella ripresa una manovra con più verve

(Il Romanista – G.Caccamo) Non bastano alla Roma del primo tempo una buona disposizione tattica sul campo e una discreta mobilità dei propri centrocampisti nell’evitare le insidie del pressing novarese, per ritrovarsi forse troppo...

Redazione

(Il Romanista - G.Caccamo) Non bastano alla Roma del primo tempo una buona disposizione tattica sul campo e una discreta mobilità dei propri centrocampisti nell’evitare le insidie del pressing novarese, per ritrovarsi forse troppo ingiustamente a dover rincorrere il risultato già dal 17’.

Le prerogative e attitudini tecniche del Novara sono di buona levatura, con un pressing a tutto campo, una ottima densità nella zona nevralgica del gioco e una interessante manovra d’attacco impreziosita dalla duttilità e velocità di esecuzione dell’airone Caracciolo e dai piedi-buoni di Jeda. Lascia forse volutamente più spazio sulle fasce, la Roma, che preferisce far stringere i propri esterni per impedire facili ingressi nella propria area. Di contro sono proprio le fasce romaniste con Bojan e José Angel a creare le maggiori apprensioni alla porta di Ujkani. Riesce a non essere monocorde la manovra giallorossa con buona alternanza di schemi e di soluzioni offensive sorprendendo la squadra di Tesser ora con azioni manovrate tendenti al possesso palla, ora con improvvisi lanci negli spazi per il mobile Osvaldo, ora con percussioni e sovrapposizioni centrali finalizzate sempre con una conclusione.

Identico il copione nel secondo tempo con la variante, di non poco conto, di una maggiore e migliore velocità sia nei passaggi sia nella mobilità e rapidità dei giocatori nel predisporsi alla ricezione del passaggio. Produce occasioni e gol, la ritrovata verve del gioco giallorosso, attraverso una interpretazione ed una proposizione di schemi più varia ed imprevedibile rispetto a quell’idea monotona di gioco quasi solo incentrato su di uno sterile possesso palla. Varietà di schemi, velocizzazione della circolazione del pallone, rapidità nell’esecuzione del dai e vai, tutti spunti nuovi per il laboratorio Luis Enrique, più che mai convinto che solo sorprendendo l’avversario, solo creando alternative tattiche che non possano però prescindere dall’intensità di gioco, si potranno ottenere i risultati sperati. (...)